I capricci dei bambini a tavola sono molto frequenti, così come l’ansia dei genitori, che si preoccupano per il loro bambino che non mangia.
Nella maggior parte dei casi e in situazioni di normalità – dal punto di vista della salute del piccolo – non c’è da preoccuparsi.
I bambini sono capaci di autoregolarsi con le proprie esigenze di cibo e sanno gestire il senso di sazietà.
Se vostro figlio salta un pasto non è dunque preoccupante, così come se ci sono dei momenti piuttosto circoscritti in cui il bambino ha meno fame. Ecco cosa fare per far mangiare i bambini.
Perché i bambini non vogliono mangiare
Spesso i motivi che spingono i bambini a rifiutare il cibo sono legati alle varie fasi di crescita e all’ambiente circostante.
Ad esempio, non mangiare potrebbe essere un modo di comunicare ai genitori un disagio o comunque un sentimento legato a un cambiamento importante nella sua vita, come la nascita del fratellino.
Quindi, più che concentrarsi sul cibo in sé per sé, i genitori dovrebbero scavare oltre questo comportamento oppositivo.
Come reagire se il bambino si rifiuta di stare a tavola
L’errore più comune che i genitori possono commettere è forzare, punire o promettere un premio. Questo è ciò che ci dicono anche gli esperti in psicologia infantile.
Se il bambino viene imboccato forzatamente, non si fa altro che permeare di negatività l’esperienza vissuta durante i momenti dei pasti.
Anche il premio non è un buon modo di convincere il bambino ad assaggiare un determinato alimento, perché non si fa altro che passare il potere al piccolo (nel senso che può ottenere quello che vuole) sfidando mamma e papà.
Se il bambino non mangia a pranzo, meglio evitare di fargli fare spuntini vari al di fuori dai pasti, con merendine o cibi più accattivanti per lui.
Così facendo il bambino potrebbe essere già sazio al momento della cena. Invece è importante insegnargli una regola quella di mangiare a orari stabiliti.
Il bambino non deve pensare che se non mangia durante il pasto principale, può comunque rimediare fuori orario con cibi che gli piacciono di più.
La sperimentazione
Tra le strategie migliori per invogliare i piccoli a mangiare è creare un interesse da parte del bambino verso il cibo.
I bambini hanno bisogno di sperimentare,specialmente nel periodo che va dallo svezzamento ai tre anni, e dunque anche l’alimentazione deve diventare qualcosa di curioso da vedere, toccare e assaggiare.
L’approccio al cibo da parte dei bambini deve avvenire dunque attraverso tutti i sensi.
Quando è un po’ più grande, il bambino può essere coinvolto anche nella preparazione di alcune pietanze, stimolando la loro curiosità e creatività.
L’importante è che i bambini prendano confidenza con il cibo; per loro si tratta di una cosa nuova e dunque ci vuole del tempo per costruire un rapporto positivo.
Le strategie per coinvolgerli
Tra le strategie che i genitori possono provare, in modo da invogliare i figli a mangiare è proporre gli alimenti in modo diverso, in modo da dare a questi ultimi consistenze differenti.
Per esempio, verdure frullate da usare come sugo per la pasta, all’interno di soufflé o torte salate.
Poi si possono preparare anche delle chips di verdure, degli smoothie,dei bastoncini di pesce impanati, in modo da proporre gusti e profumi diversi e introdurre pian piano sapori nuovi e insoliti.
Tra le altre tecniche, vi sono quelle più divertenti ovvero di accostare nel piatto verdure di vario colore, ma presentate in una forma differente (come animali, macchinine)
La cosa importante è che devono essere sempre i genitori a decidere che cosa i bambini devono mangiare e non il contrario.
Però, d’altra parte, spetta ai bambini stabilire la quantità, ovvero le porzioni che desiderano mangiare, senza esagerare chiaramente.
Se il bambino sta bene ed è normopeso, non ci sono motivi per controllare le porzioni. Ovviamente spetta al pediatra indicarvi i grammi esatti di carne e pasta, che il bambino può mangiare.