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Home » Lifestyle » Morso di zecca: rischio, cura e prevenzione

Morso di zecca: rischio, cura e prevenzione

Carolina Peciola by Carolina Peciola
25 Giugno 2020
in Lifestyle
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In estate aumentano le occasioni di scampagnate all’aria aperta, escursioni in montagna, trekking e campeggio. Da qualche anno però, un piccolo animaletto rappresenta un’insidia sempre più frequente per chi ama stare nel verde: la zecca.

Infatti, il cambiamento climatico sta favorendo una maggiore proliferazione di questo parassita in tutta Europa e, per quanto riguarda l’Italia, in particolare nel Triveneto.

Ma cosa comporta la puntura di una zecca? Purtroppo questo parassita è in grado di trasmettere diverse malattie, dalla borreliosi di Lyme alla rickettsiasi, alla febbre ricorrente e molte malattie virali.

Tra queste, la più seria e pericolosa è l‘encefalite da zecca o TBE, il cui numero di casi è aumentato di quasi il 400% in tutte le regioni endemiche europee, come Austria, Germania, Svizzera, i Paesi scandinavi e la regione balcanica.

In Italia, le principali zone a rischio sono Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto-Adige.

Il rischio di essere morsi

Per essere contagiati è sufficiente un solo morso di zecca infetta, un’evenienza non così rara, soprattutto se ci si trova a transitare nelle aree boschive umide, ombreggiate o ricche di vegetazione spontanea.

Ma le occasioni si possono presentare anche se si pratica campeggio, trekking, ciclismo, arrampicata, pesca, caccia o raccolta di funghi.

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Cosa fare in caso di morso

La cosa più difficile è accorgersene. Le zecche sono minuscole, sono piccoli punti neri che possono essere scambiati per granelli di terra o nei sulla pelle, per cui è difficile sia individuarle che riconoscerle.

Infatti, solo dopo un po’ che si sono attaccate cominciano a dare prurito o fastidio.

Quindi, dopo una giornata trascorsa nei boschi o comunque all’aperto, è buona norma spogliarsi e ispezionare tutto il corpo, anche le zone coperte da peli.

Inoltre, bisogna esporre gli abiti alla luce del sole oppure, meglio ancora, lavarli.

Se si individua una zecca (utilizzando una lente di ingrandimento si noteranno le zampine), occorre asportarla immediatamente utilizzando delle pinzette.

Questo parassita infatti si attacca tenacemente alla pelle infilando il suo rostro nella cute e inserendolo sempre in più profondità con il passare del tempo.

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Per questo motivo, la zecca va asportata il prima possibile, cioè prima che il rostro vada troppo in profondità e si rischi che, tirando via la zecca, il rostro rimanga invece dentro. In questo caso sarà necessario rimuoverlo con un ago sterile o con un bisturi incidendo la pelle, con un rischio maggiore di infezione.

Infatti, se il rostro si stacca dal resto del corpo c’è un maggior rischio che eventuali batteri presenti nello stomaco della zecca, attraverso un rigurgito, entrino in contatto con la pelle. Per lo stesso motivo non bisogna mai schiacciare il parassita.

Come rimuovere una zecca

È necessario utilizzare delle pinzette e staccare la zecca dal punto più vicino alla pelle, in modo da esser certi di asportare tutto il corpo del parassita per intero. Nel farlo, eseguire anche un movimento rotatorio con la pinzetta.

Quindi, procedere con la disinfezione della zona. Se non ci si sente sicuri nello svolgere questa operazione, è meglio rivolgersi a un medico o al Pronto Soccorso.

La TBE – Tick Borne Encephalitis

Purtroppo, nel caso dell’encefalite da zecca, l’asportazione del parassita non è sufficiente, perché il virus si trasmette appena l’animale aderisce alla cute.

L’encefalite da zecca, dovuta al morso di zecca infetta, si può manifestare con febbre, stanchezza, mal di testa, dolore muscolare e nausea. Nei casi più gravi, può coinvolgere il sistema nervoso centrale e provocare sintomi neurologici a lungo termine, e in alcuni casi anche la morte.

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Non bisogna allarmarsi, perché anche se il morso di una zecca non è un’evenienza così rara, non è detto che la zecca sia infetta.

La prevenzione

L‘Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la vaccinazione contro la TBE per le persone che vivono o visitano frequentemente le aree endemiche.

Si tratta di una profilassi raccomandata anche in Italia, nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, per i residenti delle Regioni a rischio.

L’eventualità di essere morsi da una zecca aumenta nel periodo che va da maggio a ottobre.

Inoltre, ci si può vaccinare anche come misura preventiva per professionisti o turisti che si recano in zone boschive, prati, pascoli, stagni di aree a rischio, sia adulti che bambini.

Infine, ci sono alcune buone abitudini da mettere in pratica:

  • utilizzare repellenti sulla pelle e sui vestiti;
  • indossare indumenti protettivi che coprano braccia e gambe e che contribuiscono a evitare i morsi di zecca;
  • se ci si sdraia su un prato utilizzare un telo o una coperta;
  • togliersi i vestiti al ritorno a casa e controllare tutto il corpo;
  • rimuovere immediatamente la zecca nel modo corretto oppure recarsi in Pronto Soccorso.

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Carolina Peciola

Carolina Peciola

Carolina Peciola è giornalista, editor, consulente editoriale e lavora nel mondo dell’editoria da trent'anni. Si occupa soprattutto di salute, benessere, alimentazione, cucina, fenomeni sociali. Scrive per riviste in edicola e testate online, cura l’editing di libri, realizza pubblicazioni per ragazzi.

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