Lavori troppo? Hai più probabilità di avere un infarto. Lo suggerisce uno studio, patrocinato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha indagato la relazione tra ore di lavoro e rischio di morte per malattie ischemiche legate al cuore. Scoprendo che chi lavora più di 55 ore alla settimana ha il 17% di probabilità in più di avere un infarto rispetto a chi lavora fino a 40 ore. Un aspetto preoccupante, soprattutto in un periodo in cui l’epidemia da Covid-19 ha costretto medici e infermieri a turni massacranti e il lavoro da casa, sempre più diffuso, porta spesso a superare le 7-8 ore di una canonica giornata in ufficio, come dimostra un‘indagine commissionata da Linkedin su italiani e lavoro durante il lockdown.
Troppo lavoro: rischi per il cuore se diventa la regola
La ricerca, una sintesi analitica di un pool di studi, ha visto la partecipazione di esperti di tutto il mondo. Tra questi, anche Marco Mario Ferrario, professore del Centro di ricerche in Epidemiologia e medicina preventiva (Epimed) dell’Università dell’Insubria. Che ha spiegato: “Lo studio è durato oltre un anno, per la raccolta della bibliografia, la valutazione della qualità dei dati e l’analisi statistica. Ora dovremo calcolare quanti decessi per attacchi ischemici di cuore sono attribuibili al troppo lavoro in ognuno dei 194 Paesi coinvolti nell’indagine”.
Un aspetto è già certo: i rischi non sono legati a un carico eccessivo occasionale, ma ad una condizione di stress da super-lavoro che dura per lunghi periodi, come dimostrato da studi precedenti del gruppo di ricerca di Ferrario.
“Abbiamo rilevato – conferma il professore – che modificazioni nocive della Heart Rate Variability che possono provocare danno cardiaco sono evidenziabili solo in condizioni di stress cronico, ovvero perdurante nel tempo”.
La ricerca è stata patrocinata e condotta da OMS ed International labor office di Ginevra, con la partecipazione di esperti a livello mondiale e con il contributo di Inail Roma.
Fonte: Università degli Studi dell’Insubria.
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