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È italiano l’uomo colpito da ictus all’emisfero destro che si risveglia parlando con la cadenza slava.
Il caso, studiato dall’Università di Padova, spiega le cause dell’insorgenza del deficit di accento, anche se è compromessa l’area destra del cervello e non la sinistra, la sede cerebrale del linguaggio.
Lo studio
Il team di ricercatori, guidato da Konstantinos Priftis del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Padova, ha pubblicato uno studio su Cortex dal titolo “Acquired neurogenic foreign accent syndrome after righthemisphere lesion with left cerebellar diaschisis: A longitudinal study”. Il paziente è un 50enne italiano colpito da ictus. Si risveglia dopo la lesione cerebrale, supera brillantemente la degenza clinica e non presenta nessun deficit cognitivo. Ma c’è un particolare: parla con un accento straniero.
Si tratta della Sindrome da accento straniero ed è molto rara. Nella letteratura medica, dai primi dell’Ottocento a oggi, su 115 casi, sono 112 i soggetti con lesione all’emisfero cerebrale sinistro e solo 3 all’emisfero destro che al risveglio presentano questa particolare sindrome. Quello studiato dai ricercatori di Padova è uno dei tre casi ed è il primo in Italia.
Il soggetto, quindi, guarito da un punto di vista clinico, al risveglio parla con accento e cadenza slava. Ma non ha mai soggiornato in Paesi dell’Est europeo e non ha mai avuto contatti duraturi con persone di quelle aree geografiche.
Ciò che sorprende gli studiosi poi è che il soggetto è stato colpito da ictus nella parte destra del cervello, mentre l’area corticale deputata alla produzione del linguaggio è quella nel lobo frontale sinistro.
Che cos’è la sindrome da accento straniero
È un disturbo neurologico piuttosto raro causato da una lesione cerebrale, dovuta a ictus o trauma, delle aree del cervello in cui risiede linguaggio. Uno dei primi casi descritti risale al 1941. Una donna norvegese, ferita durante la guerra, si risvegliò con un accento tedesco. Questo le comportò non pochi problemi, perché la donna fu accusata e sospettata di spionaggio.
Ciò che accade in questa sindrome è che il soggetto cambia il modo di parlare e di muovere la lingua e la bocca. Il risultato è che si modifica l’intonazione, il suono delle consonanti e delle vocali. Sembra cioè che parli con un accento straniero. Cambiare accento implica, infatti, impostare lingua, mandibole, labbra, laringe e faringe in modo diverso.
Il caso del 50enne italiano
Ciò che ha sorpreso i ricercatori di Padova è che le altre funzioni cerebrali, incluso il linguaggio, erano intatte, mentre solo l’accento era diverso. Nondimeno, quest’anomalia può manifestarsi in seguito a lesioni emisferiche sinistre, ma raramente in quelle destre.
Per capirne l’origine e scoprire se erano state danneggiate altre aree del cervello, i ricercatori sono ricorsi alle mappe di ipometabolismo per studiare eventuali lesioni del cervelletto. L’ipotesi era verificare se una lesione emisferica destra potesse aver causato un metabolismo ridotto al cervelletto sinistro, per diaschisi. Quest’ultima è il danneggiamento di un’area distante da quella colpita dall’ictus, ma comunque connessa ad essa. Solo così si poteva verificare la correlazione tra emisfero destro e cervelletto sinistro nel caso di insorgenza di sindrome da accento straniero. Il cervelletto è, infatti, una parte dell’encefalo necessaria per la coordinazione dei movimenti, inclusi quelli della bocca, e potrebbe essere coinvolto nella sindrome.
La scoperta
Dallo studio è emerso che grazie a un esame metabolico approfondito (TAC/PET) si è evidenziato un ipometabolismo nel cervelletto. Si è cioè dimostrato, per la prima volta, che una lesione silente al cervelletto genera la sindrome da accento straniero, anche in seguito a una lesione emisferica destra.
Per capire il tipo di accento, sono state sottoposte a studenti e familiari due registrazioni della voce del paziente. Una prima dell’ictus e l’altra successiva. La maggioranza degli studenti ha colto l’accento slavo, confermato anche dai familiari e amici del paziente.
Ictus e linguaggio
Le aree del linguaggio sono tipicamente lateralizzate a sinistra. Quindi una lesione cerebrale in queste aree può causare afasia, il disturbo della comunicazione verbale. Questa alterazione può interessare una o più componenti del complesso processo di comprensione e produzione della parola. Il deficit di linguaggio che insorge dopo un ictus è per il 95% dovuto a lesioni dell’emisfero sinistro e solo nel 5% in quello destro. Il soggetto studiato, però, anche se colpito da ictus destro, non presentava nessun deficit linguistico.
Il meccanismo fonetico del linguaggio si genera mediante specifiche modalità di articolazione dell’apparato foniatorio (l’insieme, cioè, delle strutture anatomiche utilizzate per parlare).
La lesione cerebrale ha causato quindi una modificazione nel modo di articolare alcune vocali. Ciò produce in chi ascolta la percezione dell’accento straniero.
Se vuoi saperne di più sull’ictus, ti consigliamo di leggere il nostro approfondimento: Afasia dopo l’ictus: per guarire serve approccio riabilitativo.
Conclusioni
l caso italiano ha permesso, per la prima volta, di accertare un calo del metabolismo del cervelletto, a sua volta causato da una rarissima mutazione genetica. Questa seconda ipotesi apre uno scenario tutto nuovo nello studio sul linguaggio: la mutazione genetica porterebbe a utilizzare anche la parte destra del cervello per produrre linguaggio, facoltà questa deputata da sempre solo all’emisfero sinistro.
Fonti:
Università di Padova
Science Direct
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