Sommario
Sono più di 1.600 le specie di ragni presenti in Italia. Molti sono velenosi, ma il morso sull’uomo è del tutto accidentale. Capita cioè quando il ragno è inavvertitamente disturbato o schiacciato. Nella maggior parte dei casi non ci sono conseguenze, ma per alcune specie, invece, gli effetti possono essere clinicamente rilevanti.
Il ragno violino o ragno eremita (Loxosceles rufescens) è di piccole dimensioni e dall’aspetto piuttosto banale, di colore marrone-giallastro, con lunghe zampe, ma molto pericoloso. Si chiama così per la caratteristica macchia sul corpo che ricorda la forma di un violino.
Dove si trova?
È presente nelle zone mediterranee generalmente tra le rocce. Al nord invece si trova anche nelle case, poiché non sopporta il freddo, ma in estate vive prevalentemente all’aperto, nei giardini. Detto anche ragno eremita, è un animale solitario e notturno che di giorno resta rintanato in cavità e fessure. In casa si nasconde dietro ai mobili, nel battiscopa, sotto le scatole di cartone o anche nei solai e negli scantinati. È tra i ragni italiani più velenosi.
Come si riconosce il morso del ragno violino?
All’inizio è asintomatico, non c’è dolore e non compare nessuna alterazione nella zona colpita dal morso. Nelle ore successive, invece, appare sulla pelle una lesione arrossata, prurito, bruciore e formicolii. Tale lesione in 48-72 ore può diventare necrotica e ulcerarsi. Oltre a inoculare il suo veleno, il ragno attraverso il morso può trasmettere nella cute batteri anaerobi (che vivono senza ossigeno) che, proliferando, complicano il decorso della lesione con fasciti necrotizzanti.
Nei casi più gravi, oltre a sintomi come febbre, rash cutaneo, ecchimosi, possono verificarsi danni muscolari, renali e emorragie. Può essere perfino necessario un trattamento in camera iperbarica.
Raramente causa la morte, ma è purtroppo recente il caso di una cinquantenne rumena in Sicilia deceduta dopo due settimane di coma per il morso del ragno.
Che cosa fare in caso di morso?
Per prima cosa non sottovalutare il morso del ragno. Poi è bene seguire i seguenti accorgimenti:
- non toccare o incidere la zona del morso
- lavare accuratamente con acqua e sapone (non usare disinfettanti aggressivi, ma amuchina diluita)
- fare attenzione ai sintomi anche se inizialmente la puntura non è stata avvertita
- consultare subito un medico se la zona colpita è dolente, arrossata, calda, di consistenza aumentata, circondata da un alone pallido o violaceo. In caso di sintomi come prurito, alterazioni della sensibilità, lesione scura, nausea, vomito o febbre, contattare subito il Centro Antiveleni più vicino
- se è possibile catturare il ragno e conservarlo in un barattolo chiuso, portarlo in Pronto Soccorso per il riconoscimento
- documentare la lesione con fotografie per monitorare l’evoluzione.
Come proteggersi?
- Evitare di toccare il ragno a mani nude.
- Indossare guanti e calzature adatte in caso di attività potenzialmente rischiose (spostare la legna tagliata, lavori di giardinaggio, maneggiamento di vecchie scatole, rimozione di ragnatele, ecc.).
- Per i ragni non servono antiparassitari o disinfestazioni. Non si tratta, infatti, di animali infestanti. Si rimuovono catturandoli o con l’aspirapolvere.
Altri ragni velenosi
Ragno dal sacco giallo (Cheiracanthium punctorium)
È presente in tutta Italia, nei giardini, tra i cespugli, nelle zone soleggiate. Difficilmente si trova nelle case. È di colore marrone sul dorso e giallo-verdastro sull’addome. Il suo morso provoca subito un dolore intenso e forte prurito. Poco dopo si manifesta, nella zona colpita, diminuzione della sensibilità, gonfiore, ma raramente necrosi. Nei casi più gravi si ha malessere, nausea, febbre, cefalea e vertigini, ma questi sintomi generalmente regrediscono in 24-48 ore. Quelli locali, invece durano qualche giorno.
Malmignatta o Falangio di Volterra (Latrodectus tredecimguttatus)
Si trova nelle zone mediterranee, specie le più aride. Si riconosce per le tipiche macchie rosse sul dorso nero. Difficilmente si annida all’interno delle abitazioni. Il suo morso non è avvertito subito. Poco dopo compare una piccola chiazza rossa di meno di un centimetro. Dopo qualche ora, invece, la lesione può arrivare a 5 cm di diametro, delimitata da un anello rosso-bluastro. Nei casi gravi, si può manifestare rash cutaneo, febbre alta, rigidità muscolare, sudorazione, shock, aritmie cardiache, crisi ipertensive, dolore ai linfonodi e alle articolazioni, difficoltà respiratoria e danno epatico. Il suo veleno, che ha lo scopo di immobilizzare la preda, contiene, una neurotossina che provoca paralisi.
Fonti:
Centro Antiveleni – Ospedale Niguarda
Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su Pinterest.