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Secondo i dati dell’Istat sono quasi 8 milioni i single in Italia ed è un numero destinato a crescere. Ma sarà davvero una scelta quella di vivere da soli o forse, in molti casi, la paura è dietro l’angolo? Paura di legarsi affettivamente, di aprirsi alle emozioni, ai sentimenti e all’intimità con un’altra persona.
In psicologia questa paura si chiama filofobia, dal greco philos (amore) e fobia, cioè paura di amare.
Sembra riguardare più gli uomini che le donne, perché è proprio il ‘sesso forte’ ad avere maggiori difficoltà a lasciarsi andare, ad essere generalmente restio all’innamoramento.
Come si riconosce?
È semplice, il filofobico evita l’amore. Sfugge accuratamente il coinvolgimento emotivo e vive prevalentemente relazioni occasionali, oppure rapporti ‘amicali’ in cui condividere la passione per lo sport, il cinema, il teatro, ecc.
Secondo gli studi, sono tante le persone che affermano di avere paura di amare, anche se cercano affetto, intimità e stabilità.
Molte di queste, infatti, vivono delle emozioni così intense da essere percepite come pericolose, una specie di tsunami che sconvolge la vita.
“Everybody needs somebody to love” cantavano i Blues Brothers, ma in caso di filofobia la voglia di lasciarsi andare è bloccata da forti resistenze mentali che quasi paralizzano.
La paura di soffrire (o soffrire ancora una volta) è infatti più forte delle farfalle nello stomaco. Si esaspera quindi il bisogno di indipendenza, cercando di nascondere la propria vulnerabilità.
Si può arrivare ad accusare dei veri e propri sintomi, come stati di ansia o perfino attacchi di panico.
Per questo motivo il filofobico sfugge accuratamente persone e situazioni che potrebbero rappresentare la “minaccia” di un coinvolgimento amoroso.
Quali sono i motivi scatenanti?
Dietro ogni paura spesso c’è una mancanza di fiducia, in se stessi o negli altri.
Si teme la dipendenza affettiva e di perdere in parte il controllo della propria vita.
I sentimenti e le emozioni, infatti, non si lasciano ingabbiare facilmente dalla ragione, è difficile razionalizzare quel mix di attrazione e curiosità che ci spinge verso un’altra persona. In poche parole, sono sensazioni che eludono ogni controllo. E si sa, gli uomini fanno della loro razionalità un punto di forza.
Secondo gli psicologi, inoltre, sempre per gli uomini, sono il tradimento e l’abbandono a spaventare maggiormente. Mentre le donne hanno più coraggio e fanno dell’amore un punto di riferimento importante per la propria vita.
È quindi molto difficile la vita di coppia con un filofobico, poiché la paura di amare si ripercuote anche sul partner, che si sente non amato e poco considerato.
Chi ha sofferto per amore è normale che si preoccupi quando la relazione si fa più seria e comincia a sentirsi sempre più legato emotivamente all’altro. Sono percezioni tipiche dell’inizio di una storia.
Ma innamorarsi vuol dire anche abbandonare il controllo e affidarsi. Ed è questo che attiva nel filofobico dei meccanismi di difesa che lo portano ad allontanarsi invece di avvicinarsi a un potenziale partner.
L’amore al contrario
Il filofobico considera l’innamoramento una debolezza, qualcosa che rende vulnerabili e dipendenti. Non si sente al sicuro vicino al partner ma fragile e impaurito. L’altro quindi diventa una potenziale minaccia.
È esattamente il contrario di ciò che accade in amore.
Se, poi, nel passato l’amore si associa a dolore, delusione e tradimento, la paura di ripetere una brutta esperienza porta alla chiusura e all’eccessiva razionalizzazione, per tenere a bada ogni coinvolgimento emotivo.
C’è anche la paura dell’impegno e, per il filofobico, l’amore diventa un vincolo che lo priva della libertà perché richiede impegno, dedizione e responsabilità. Amare diventa uno sforzo e non un arricchimento.
Attenzione alle differenze
È importante, infatti, distinguere bene i comportamenti. C’è l’uomo che fugge le relazioni perché non è una sua priorità e c’è chi ha paura di amare.
Per chi soffre di filofobia, infatti, portare avanti un rapporto di coppia è peggio che scalare una montagna a piedi nudi. L’altro non è vissuto come una risorsa, ma una prigione o una catena di cui liberarsi.
Anche se non c’è nulla di minaccioso nell’amore, la difficoltà sta proprio nel creare un legame e spesso senza sapere esattamente il perché.
È quindi importante evitare il classico errore (tipicamente femminile) di pensare che, prima o poi, un uomo con questa problematicità cambierà o si convincerà che l’amore è bello.
Chi soffre di filofobia, anche se comprende di vivere una paura eccessiva, non riesce a trattenersi dal fuggire le relazioni.
Spesso è in conflitto tra la voglia di amare e quella di scappare, per placare l’ansia e la tensione interiore. E anche se ci prova, alterna momenti di vicinanza e altri di distacco. Un passo avanti e due indietro.
Per questo motivo i filofobici spesso scelgono amori impossibili o complicati (partner sposati o fidanzati o solo virtuali), tenendosi sempre una via di fuga per proteggersi.
Come ‘guarire’ dalla filofobia
Condividere la propria vita con la persona che si “sceglie” di amare, vuol dire anche rivelare aspetti intimi di se stessi e trovare un equilibrio con l’altro. Vuol dire anche adattarsi e modificare alcuni comportamenti o atteggiamenti, cercando comunque di rimanere se stessi, mantenendo i propri spazi.
Certo la coppia comporta alcune rinunce, ma è anche una scelta libera e un’esperienza da sempre inseguita, sia dagli uomini che dalle donne.
Per chi teme la delusione, forse sono le aspettative il problema. Il filofobico, infatti, ha paura di amare perché teme di non ricevere ciò di cui ha bisogno. Crede, cioè, che la sua felicità dipenda dagli altri. In questa prospettiva, il rischio di sofferenza e di frustrazione è alto.
Se il punto di partenza sono gli altri, se hanno il potere di ferire, è più che normale tenerli lontani. Più si teme l’amore, meno si ama. Si crea quindi un circolo vizioso, perché se non si ama è difficile essere riamati.
Infatti, la paura porta il filofobico a pretendere amore senza darne e senza fidarsi, con il risultato che il partner, con il tempo, non potrà fare altro che allontanarsi.
Riconoscere questa paura non è facile, perché può mascherarsi dietro infinite “giustificazioni”, come ad esempio impegni di lavoro, disinteresse per le relazioni serie, difficoltà pratiche e logistiche, stanchezza, periodi difficili, ecc.
Chiedere aiuto
Tuttavia se la paura d’amare crea disagio e infelicità, è consigliabile rivolgersi a uno psicoterapeuta.
Chiedere aiuto è il primo passo, poiché attraverso la psicoterapia si sperimenta una relazione basata sulla fiducia e sull’affidamento.
Capire l’origine della paura e imparare a risanare le ferite del passato permette di riscoprire la bellezza e la vitalità delle relazioni affettive e, perché no? Rischiare di essere felici.
Se desideri saperne di più sull’argomento psicoterapia, ti consigliamo il nostro approfondimento Come scegliere il tuo psicoterapeuta? La guida completa alla scelta.
Fonte
Ipsico – Istituto di Psicologia e Psicoterapia comportamentale e cognitiva
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