Estate, tempo di gelati, granite e bibite ghiacciate. Ma una fitta dolorosa e intensa all’altezza della fronte o delle tempie può rovinare il momento. Si tratta del “mal di testa da freddo”, una forma di cefalea poco comune e di breve durata, provocata dall’esposizione ad uno stimolo freddo. Quindi basse temperature, cibi o liquidi freddi.
Le cause
Il nome scientifico è ganglioneuralgia sfenopalatina. Il meccanismo esatto non è ancora noto, ma ci sono delle teorie. Può essere causato dalla rapida costrizione dei vasi sanguigni del palato quando entrano rapidamente in contatto con una sostanza fredda. Al ripristino della normale temperatura del cavo orale, gli stessi vasi si dilatano di nuovo, per una reazione di compensazione. I nocicettori (recettori del dolore) presenti sul palato rilevano questa vasodilatazione e inviano un segnale al nervo trigemino, deputato a trasmettere gli stimoli percepiti sul volto. Il cervello quindi interpreta la sensazione dolorosa come proveniente dalla fronte, anche se arriva dal palato. Per questo percepiamo un dolore simile alla cefalea.
Oppure il dolore è dato dalla rapida dilatazione e in seguito dalla costrizione dell’arteria cerebrale anteriore, un vaso sanguigno che irrora una parte del cervello. Secondo i ricercatori, questo processo è un meccanismo di difesa del cervello che, essendo sensibile al freddo, si protegge dai repentini abbassamenti di temperatura aumentando l’afflusso di sangue. Ma poiché la scatola cranica è un contenitore chiuso, un rapido aumento del volume di sangue in circolazione provoca emicranie e dolori molto intensi.
Chi colpisce?
Poiché parliamo di un mal di testa di breve durata e che spesso si risolve spontaneamente, è difficile valutarne la reale diffusione. Nella maggior parte dai casi, infatti, chi ne è colpito non si rivolge al medico. Dagli studi effettuati, tuttavia, sono i bambini e i giovani ad esserne maggiormente colpiti rispetto agli adulti. Forse perché le strutture neuronali dei bimbi possono essere più sensibili, oppure la dimensione ridotta della faringe produce un rapido raffreddamento.
Anche le persone che soffrono di altre forme di cefalea (come l’emicrania) sembrano soffrire più spesso di mal di testa da stimolo freddo. Probabilmente per una preesistente ipersensibilità del sistema trigeminale (struttura nervosa implicata in entrambe le patologie). Non ci sono invece differenze tra i due sessi.
Sintomi
Il mal di testa da stimolo freddo è provocato dal passaggio di solidi, liquidi o gas a livello del palato o della faringe. Il dolore che ne consegue è tipicamente localizzato a livello della fronte o delle tempie, solitamente trafittivo (come una coltellata), ma anche pulsante od oppressivo. La durata è breve, il dolore diminuisce in meno di 30 secondi (in casi più rari anche alcuni minuti). Appare più rapidamente e con maggiore intensità se si assumono liquidi freddi rispetto ai cibi solidi e se l’ingestione è più veloce.
Diagnosi e trattamento
Secondo le linee guida internazionali, si può parlare di cefalea da stimolo freddo se si sono sperimentati almeno due episodi di mal di testa per l’applicazione/ingestione/inalazione di un elemento freddo. Tali episodi si risolvono spontaneamente e in breve tempo.
Non esiste però una terapia specifica. Sono da evitare i fattori scatenanti. Quindi è opportuno mangiare lentamente cibi e liquidi freddi, limitando il contatto con la parte posteriore del palato. Alcuni studi ipotizzano che stimolare i nervi e i vasi sanguigni prima di applicare uno stimolo freddo potrebbe ridurne l’ipersensibilità. Quindi spingere la lingua contro il palato posteriore potrebbe ridurre l’insorgenza del mal di testa.
Possiamo quindi goderci tranquillamente un buon gelato. La cefalea da freddo è un fenomeno parossistico che si risolve velocemente e senza conseguenze.
Fonte: Medical Fact