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L’inquinamento può farti ingrassare. Colpa degli effetti nocivi sul microbiota intestinale

Tiziana Landi by Tiziana Landi
13 Marzo 2020
in Salute
L'inquinamento atmosferico può farti ingrassare. Colpa degli effetti nocivi sul microbiota intestinale
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Respirare aria inquinata può aumentare il rischio di obesità, diabete e malattie gastrointestinali e uno studio dell’Università del Colorado, a Boulder, ha spiegato perché. Colpa degli effetti nocivi dell’inquinamento sul microbiota intestinale. Si tratta di quell’universo di microrganismi, come batteri, virus e funghi, che risiedono nel nostro intestino e sono responsabili della salute non solo dell’apparato gastrointestinale ma di tutto l’organismo.

L’importanza del microbiota per la salute

Lo studio è il primo ad aver collegato l’inquinamento atmosferico ai cambiamenti nella struttura e nella funzione del microbiota intestinale. Un universo caratterizzato da grande biodiversità e importantissimo per la nostra salute. Agisce infatti come uno scudo che mantiene integra la barriera intestinale e ci protegge, così, da risposte infiammatorie legate al passaggio di sostanze o batteri pericolosi.

“Sappiamo da precedenti ricerche che gli inquinanti atmosferici possono avere effetti negativi sulla salute”, ha affermato l’autore senior Tanya Alderete, assistente professore di fisiologia integrativa. Il riferimento è a studi che collegano lo smog con diabete di tipo 2, aumento di peso e malattie infiammatorie intestinali. “Questo nuovo studio fornisce evidenze che alcuni di quegli effetti potrebbero essere dovuti a cambiamenti nell’intestino”.

inquinamento atmosferico altera composizione microbiota intestinale

Smog, microbiota e obesità: i risultati dello studio

La nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Environment International, è partita dai precedenti studi che avevano dimostrato che l’inquinamento può compromettere la capacità del corpo di regolare la glicemia e influenzare il rischio di obesità. Il passo successivo è stato quindi cercare di comprenderne le cause.

Dallo studio è emerso che l’esposizione a livelli elevati di ozono determina una minore diversità microbica. Favorisce inoltre lo sviluppo di alcune specie associate all’obesità e a malattie croniche.

Sono stati presi in esame i campioni fecali di 101 giovani adulti del sud della California. I ricercatori hanno quindi analizzato i dati provenienti dalle stazioni di monitoraggio dell’aria posizionate vicino alle abitazioni dei partecipanti per calcolare la loro esposizione all’ozono, al particolato e all’ossido nitroso nell’anno precedente.

Tra tutti gli inquinanti, l’ozono ha mostrato di avere il maggiore impatto sull’intestino. Tra le conseguenze osservate, una minore varietà di batteri, che è collegata con l’obesità e il diabete di tipo 2.

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I partecipanti che erano stati più esposti all’ozono avevano anche una maggiore abbondanza di una specie specifica chiamata Bacteroides caecimuris, che alcuni studi hanno associato all’obesità.

In tutto, i ricercatori hanno identificato 128 specie batteriche influenzate dall’aumento dell’esposizione all’ozono. Alcune di queste entrano in gioco nel rilascio di insulina, altre possono produrre metaboliti, compresi gli acidi grassi, che aiutano a mantenere l’integrità della barriera intestinale e a scongiurare l’infiammazione. Un’alterazione di queste specie, scatenata dall’inquinamento, si ripercuote quindi su importanti funzionalità e delicatissimi equilibri del nostro organismo.

“L’ozono sta probabilmente cambiando l’ambiente dell’intestino per favorire alcuni batteri rispetto ad altri e questo può avere conseguenze sulla salute”, ha detto Alderete.

Fonte: MedicalXpress.

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Tiziana Landi

Tiziana Landi

Laureata in Scienze della Comunicazione, sono una giornalista specializzata in produzione di contenuti sui media digitali e tradizionali, content e social media marketing. Sono esperta di cucina light e alimentazione sana e all'interno di Melarossa mi occupo soprattutto di pianificazione editoriale e coordinamento redazionale.

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