Ambra Angiolini racconta in un libro la sua esperienza con la bulimia.
Un periodo difficile della sua esistenza da cui è uscita più forte di prima. Adesso racconta tutto in un libro, dal titolo Infame, con l’intento di essere d’aiuto ai più giovani.
Anoressia e bulimia: un’emergenza nazionale
L’attrice 43enne non ha mai fatto mistero del suo disturbo alimentare. Ha già raccontato molto volte di aver sofferto, in passato, di bulimia. Adesso è fuori dal tunnel e vuole essere di aiuto agli altri.
Oggi più che mai è importante sensibilizzare sui problemi legati ai disordini alimentari. Infatti, a causa della pandemia, molti ragazzi – soli a causa del distanziamento sociale e della Dad – stanno cadendo nell’incubo di anoressia e bulimia. Tanto che il fenomeno comincia a interessare anche bambini di 10-12 anni.
L’analisi sull’impennata dei disturbi alimentari tra gli adolescenti arriva dall’Osservatorio epidemiologico del ministero della Salute che ha messo in evidenza un aumento di casi post lockdown da febbraio a maggio del 30% in bambini e preadolescenti. Anche l’Istituto Superiore della Sanità aveva evidenziato il rischio di ricaduta o peggioramento della problematica.
Laura Dalla Ragione, direttrice del progetto per il contrasto alla malnutrizione del Ministero, svela che:
“L’età si è abbassata (10-11 anni) e c’è anche una maggiore diffusione del disturbo nella popolazione maschile”.
È importante, quindi, intervenire subito per arginare il fenomeno. Ogni iniziativa e ogni testimonianza che possano sensibilizzare e spingere i ragazzi a chiedere aiuto sono importanti in questo momento. È la motivazione che ha spinto Ambra Angiolini, ex ragazzina prodigio di Non è la Rai, a raccontare la sua storia.
Ambra Angiolini: la sua confessione in un libro
Ambra ha preso coscienza della sua esperienza con la bulimia, e adesso che ne è uscita ha le idee chiare:
“Ho sofferto e non me ne vergogno. Dobbiamo smetterla di parlare di stupidaggini sul peso, di corpi perfetti, modelle“, racconta in un’intervista confessione a Repubblica.
Con l’obiettivo di essere utile e sensibilizzare i fan esce il suo libro dal titolo “Infame”, in cui l’attrice racconta a cuore aperto e con sincerità la sua battaglia contro la bulimia.
L’attrice spera di aiutare chi ne soffre, soprattutto i ragazzi che non hanno un rapporto sereno con il loro corpo, che si vedono brutti, che cercano di risolvere i loro problemi e le loro paure attraverso un rapporto distorto e malato con il cibo.
Uscirne non è impresa da poco, serve coraggio e voglia di ricominciare ad avere fiducia in sè stessi.
Dice Ambra, nell’intervista a Repubblica curata dalla scrittrice Michela Marzano:
“Non credo di essere stata così coraggiosa. In fondo, in questo libro, voglio solo dire che sono una tra le tante che si è ammalata, e che non c’è nulla di cui ci si debba vergognare. E poi, anche se racconto tutto, non mi piango mai addosso. Credo che il mio libro sia anche pieno di leggerezza e di ironia”.
Ambra Angiolini: ecco cosa fare per contrastare la bulimia
Ambra racconta la sua esperienza nell’intento di essere utile a chi soffre in questo momento di disturbi alimentari e non sa cosa fare. L’attrice pensa che bisogna agire con azioni specifiche, creando strutture adatte.
Per questo motivo, ha iniziato una collaborazione con Simona Tironi, vice presidente della Commissione Sanità della Regione Lombardia, prima firmataria di una legge per l’istituzione di:
- una rete regionale per la cura dei Disturbi del comportamento alimentare
- la creazione di una cabina di regia
- il rafforzamento di interventi ambulatori per le diagnosi precoci
- la creazione, in ogni ospedale, di reparti specializzati.
Infatti, servono strutture ad ok, pensate per chi soffre di queste patologie.
Inoltre, per l’attrice è importante non parlare ossessivamente del corpo.
Bisognerebbe smetterla con “le stupidaggini che si dicono sul corpo, sul peso, sul body positive e sulle modelle. Basta parlare sempre e solo di corpo! Anoressia e bulimia non sono capricci, non c’entrano nulla con l’estetica. Basta con tutti questi pregiudizi che cancellano le voragini di problemi che i più giovani si portano dentro. E poi basta, soprattutto, con le categorie. Le categorie sono gabbie. E chi nelle categorie non c’entra, che fa? E se il problema fosse proprio l’esistenza di queste gabbie? Adesso che con la pandemia, il lockdown e la Dad sono aumentati del 30% i casi di ragazze e ragazzi malati, l’allarme è alto. Tutti ne parlano, tutti si preoccupano. E poi? C’è il rischio che, col tempo, tutti se ne dimentichino. Esattamente come con il terremoto dell’Aquila?”, conclude nell’intervista.
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