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Stitichezza nel neonato: cosa fare se non riesce a fare la cacca

Ivana Barberini by Ivana Barberini
6 Maggio 2024
in Salute
Una mamma che cambia il pannolino al neonato
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Sommario

  • Cos’è e quando si parla di stitichezza nel neonato
  • Quali sono i sintomi?
  • Cosa provoca la stitichezza nei neonati?
  • Cosa fare in caso di stitichezza nei neonati?
  • Quando chiamare il pediatra?
  • Conclusioni

Cosa fare se il neonato non fa la cacca? Quando è il caso di preoccuparsi? E come combattere la stitichezza nei neonati e nei lattanti? Sono domande che spesso si fanno i genitori quando il loro bambino non riesce ad evacuare e non sanno cosa fare esattamente.

Ma è normale, non c’è da allarmarsi. Nella maggior parte dei casi non crea problemi al lattante, occorre prestare attenzione solo se alla stipsi si associano altri sintomi.

La stitichezza nel neonato e nel lattante è quindi una condizione piuttosto comune. Il più delle volte basta seguire alcune semplici indicazioni per risolvere la situazione. L’intervento del pediatra è molto più raro invece.

Scopri allora cosa fare per aiutare i neonati a fare la cacca.

Cos’è e quando si parla di stitichezza nel neonato

Si parla di stitichezza o stipsi nei bambini sotto i 4 anni quando le evacuazioni settimanali sono una o due per almeno un mese o per almeno due mesi in quelli di età superiore ai 4 anni.

Nei bambini più grandi, si possono verificare anche evacuazioni dolorose di feci dure o la formazione di fecalomi (accumuli di feci che diventano duri) o tappi di feci nel retto.

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Sono problemi dovuti spesso al transito lento delle feci nel colon, un rallentamento che favorisce l’assorbimento di gran parte dell’acqua contenuta nelle feci, rendendole poco a poco più dure e difficili da espellere.

Quali sono i sintomi?

Le cause della stitichezza nei neonati sono diverse da quelle dei bambini più grandi. Il punto da cui partire è ricordare che ogni bimbo è unico e ha un suo ritmo. Per alcuni può essere normale andare in bagno due volte al giorno, mentre per altri può essere normale una volta ogni due giorni.

Quindi, quand’è che un neonato o un lattante soffre di stitichezza? Quando, se è prolungata, provoca disagio nel bambino, come dolore alla pancia, inappetenza e irritabilità.

Inoltre, spesso la stipsi si ripercuote sulla funzione vescicale, poiché l’accumulo di feci nella parte bassa del colon e nel retto possono comprimere la vescica, impedirne il completo svuotamento e favorire le infezioni delle vie urinarie.

Non basta poi parlare di stipsi solo in base alla frequenza delle evacuazioni. Anche la defecazione dolorosa o difficoltosa, anche se regolare, indica stitichezza e merita attenzione.

Per capire se un neonato è stitico, è essenziale osservare la consistenza delle feci: se sono poche e dure, è probabile che il bambino sia stitico.

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Questo perché le feci che rimangono a lungo nell’ultimo tratto del retto tendono a disidratarsi e indurirsi, rendendo l’evacuazione più difficile e dolorosa. È un aspetto importante, perché può portare il bambino a evitare di fare la cacca per non sentire il dolore, innescando un circolo vizioso che aggrava la situazione.

C’è però un altro possibile scenario, cioè quando il bambino piange intensamente e diventa rosso nello sforzo di evacuare, ma le feci sono morbide e normali. In questo caso non si tratta di stitichezza, ma di dischezia del lattante, un fenomeno che comporta una incompleta maturazione dei muscoli evacuatori. Tuttavia, è una condizione che si risolve spontaneamente.

Una mamma che tiene in braccio il suo neonato

Cosa provoca la stitichezza nei neonati?

Se per i bambini più grandi, la stitichezza può essere valutata con il numero ridotto di evacuazioni, nei neonati è più difficile.

Nel primo mese di vita, un neonato allattato al seno può evacuare diverse volte al giorno, ma è normale anche se evacua solo una volta ogni quattro o cinque giorni.

Ciò che è bene considerare è l’assunzione di latte materno. È povero di scorie ed è quasi interamente assorbito dal neonato. Si formano quindi pochi residui per la formazione della massa fecale. Inoltre, l’intestino del neonato è ancora in via di maturazione e presenta contrazioni più lievi che rallentano il transito delle feci. In questi casi, non è necessario intervenire, poiché i neonati allattati al seno difficilmente soffrono di stitichezza.

Per i neonati alimentati con latte artificiale, invece, la frequenza delle evacuazioni può variare in base al tipo di latte usato. Ad esempio, i tipi a base di latte vaccino tendono a produrre feci più solide, mentre le formule ipoallergeniche consentono feci più liquide e evacuazioni più frequenti.

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Ciò che conta è assicurarsi sempre di mescolare correttamente la polvere con l’acqua per conservare un’idratazione adeguata ed evitare feci troppo dense.

Stitichezza nello svezzamento

Rispetto alla fase di allattamento, durante lo svezzamento, la situazione può cambiare e la cacca può apparire dura e secca, mentre le evacuazioni avvengono ogni due-tre giorni e a volte sono dolorose.

La stitichezza post-svezzamento è abbastanza comune, perché il sistema digestivo del bambino deve adattarsi al cibo solido. Anche se ogni bambino è diverso e non esiste un numero “giusto” di evacuazioni giornaliere, ciò che conta è che le feci siano morbide e possano essere eliminate facilmente e senza dolore.

Cosa fare in caso di stitichezza nei neonati?

Quindi, cosa fare se il neonato non riesce a fare la cacca? I modi per alleviare la stitichezza nel neonato, come i massaggi alla pancia e i bagni caldi, sono certamente efficaci, anche man mano che il bambino cresce.

Con lo svezzamento, invece, si può aumentare l’assunzione di acqua e di alimenti ricchi di acqua per ammorbidire le feci. Resta importante anche aumentare il consumo di fibre, che, non essendo assorbite dall’intestino, facilitano il transito intestinale e rendono le feci più morbide.

Albicocche, pere e prugne sono particolarmente utili, grazie anche alla presenza di sorbitolo, uno zucchero che aiuta a trattenere l’acqua nell’intestino e agisce come un lassativo naturale. Piccole quantità di questi frutti o del loro succo diluito possono dare ottimi benefici.

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Invece, ci sono alimenti da evitare? È consigliabile limitare il riso e gli alimenti troppo lavorati che sono poveri in fibre e possono indurire le feci.

Anche un consumo eccessivo di banane o mele (soprattutto senza buccia) può avere un effetto astringente e non è raccomandato.

Grafica sui consigli per la stitichezza nel neonato

Cosa dare ai neonati in caso di stitichezza?

Per la gestione della stitichezza, si possono considerare diverse strategie, tutte da valutare insieme al proprio pediatra:

  • L’uso di clisteri con soluzione fisiologica in caso di stitichezza con ostruzione causata da fecalomi o tappo di feci.
  • L’impiego di lassativi osmotici (prescritti per periodi non inferiori a 3-6 mesi), per mantenere le feci morbide.
  • Osservare come si comporta il bambino e programmare le sedute al vasino o al WC per incoraggiarlo a sedersi sul water per circa 10 minuti una o due volte al giorno dopo aver mangiato. È più probabile che il bambino vada di corpo dopo i pasti, soprattutto a colazione.
  • Un’alimentazione ricca di fibre e acqua e succhi di frutta, per facilitare la defecazione. Alcuni succhi di frutta possono aiutare i movimenti intestinali. Questi includono la prugna, la mela o la pera (gli altri succhi non sono altrettanto utili). Non somministrare più di 120-180 ml di succo di frutta al 100% al giorno ai bambini tra uno e sei anni; i bambini di età superiore ai sette anni possono bere fino a due porzioni da 120 ml al giorno.
  • Ricorrere a medici specialisti nei casi più ostinati.

Quando chiamare il pediatra?

Se la stitichezza persiste, può comportare alcune complicanze come la formazione di fecalomi, masse fecali disidratate e dure, che causano dolore addominale. Inoltre, la dilatazione intestinale può anche causare la cosiddetta “diarrea paradossa”, cioè la fuoriuscita involontaria di feci liquide. In questo caso è necessario consultare subito il pediatra.

È utile ricordare però che la stitichezza nei neonati e nei lattanti non deve essere motivo di preoccupazione, poiché tende a risolversi con semplici strategie.

In alcuni casi, tuttavia, potrebbe essere il sintomo di alcune condizioni un po’ più gravi, come possibili malformazioni dell’intestino, malattie neuromuscolari o ipotiroidismo.

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Quindi, quando chiamare il medico? In particolare, nei casi seguenti:

  • Sangue nelle feci.
  • Rifiuto a mangiare o vomito ripetuto.
  • Arresto della crescita.
  • Dolore addominale intenso e continuo.
  • Diminuzione della produzione di feci e urine.

Si tratta di segni da non sottovalutare per verificare se al di là della stitichezza ci siano condizioni più serie.

Conclusioni

La stitichezza nei neonati è spesso fonte di preoccupazione per i genitori. Nei lattanti, specialmente se allattati al seno, può manifestarsi con un ritmo di evacuazioni meno frequente, ma non sempre indica un problema.

Il latte materno è molto digeribile e può non produrre molti residui fecali. Tuttavia, se le feci sono particolarmente dure e secche e l’evacuazione risulta dolorosa per il bambino, potrebbe trattarsi di stitichezza. Massaggi addominali lievi, bagni caldi e maggiore assunzione di liquidi possono aiutare.

È importante però monitorare i segni di disagio del bimbo e nel caso consultare il pediatra.

Fonti

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  • Ospedale Bambin Gesù
  • Patient education: Constipation in infants and children
  • Mayo clinic

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Ivana Barberini

Giornalista in ambito medico-scientifico, scrivo di salute, nutrizione e sanità per diverse testate giornalistiche e magazine on line. Sono laureata in Lettere ma ho un diploma di Dietista, un Master in Etnopsichiatria e diversi corsi di formazione sulla scrittura SEO e online. Per Melarossa scrivo di salute e alimentazione in modo semplice e fruibile, per un’informazione chiara, ma sempre scientificamente corretta. Nel 2024 ho vinto il Premio Omnibus Salute Donna per la divulgazione scientifica.

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