Il nostro viaggio nell’Iran comincia dalla meravigliosa città di Isfahan, che ancor oggi stupisce il turista con la seconda piazza più grande al mondo, dopo la pechinese Tien An Men.
Una delle immagini che non dimenticherò mai, oltre alla partitella di calcio fra bambini in un angolo della gigantesca piazza Imam, è il tramonto visto dai ponti storici sul fiume Zayandeh. Ce ne sono almeno due da ammirare, quello delle 33 arcate e il Khaju.
Tutta la città o quasi vi si raduna, sul lato in ombra se fa troppo caldo, e passa un paio d’ore nei giardini circostanti. In momenti come questi si ha un’idea chiara del popolo iraniano attuale, che spiega anche i recenti scontri di piazza. Persone tranquille e aperte all’Occidente, che da quasi 40 anni devono subire una teocrazia impostasi anche e soprattutto per colpa delle grandi potenze. Gente che aspira a una vita tranquilla e semplice, con qualche bene di consumo ormai accessibile, dallo smartphone coreano alla lavastoviglie tedesca. Mai un accenno di proselitismo o di fanatismo, neanche nelle moschee più ufficiali come quella di Qom.
Cosa vedere a Isfahan
Moschee gigantesche, bazar tanto vasti quanto autentici e dunque poco turistici, madrasse storiche e bellissimi palazzi del Cinque – Seicento. Ma Isfahan offre anche due o tre visite meno prevedibili. Il quartiere armeno con relativa cattedrale seicentesca, ma anche il tempio del fuoco dell’antico culto zoroastriano.
Gli hotel frequentati dagli occidentali sono puliti e di buon livello, con wifi gratuito e pasti a buffet abbondanti ma non molto fantasiosi. Meglio andare in giro a cercare qualche buon locale tradizionale oppure, proprio nel quartiere armeno, alcuni tentativi di cucina fusion in ristoranti “ultramoderni” che stanno nascendo dopo la fine dell’embargo. E se siete golosi, non perdete alcune smisurate pasticcerie tradizionali, dove il miele scorre a fiumi.
Scoprire Persepolis
Un altro aspetto dell’Iran da non perdere riguarda il momento storico più memorabile di questo paese, l’impero degli Achemenidi. Persepolis era una sorta di capitale virtuale, un gioiello fatto apposta per impressionare e incutere timore ai visitatori stranieri. Con il suo gigantismo e la sua magnificenza che possiamo intuire dalle rovine e da una bella videografica, proiettata di continuo all’ingresso del sito.
Una visita superficiale richiede almeno un paio d’ore. Ma naturalmente la grande scalinata, la porta di Serse, il palazzo e la scalinata di Apatam o il palazzo delle Cento Colonne richiederebbero molto più tempo. Dopo aver studiato da piccoli l’impero persiano e averlo considerato un nemico dei nostri “amici” greci, questa è l’occasione per rileggere la storia con occhi diversi. Per ammirare il livello di ricchezza e di civiltà raggiunto dal primo artefice di Persepoli, Dario il Grande, e dai suoi successori, i due Serse e i tre Artaserse.
Altri due monumenti fondamentali dell’antico impero si trovano a poca distanza. Il primo è la collina delle tombe rupestri di Naqsh-e Rostam, attribuite a quattro dei sovrani achemenidi.
Uno spettacolo incredibile, almeno quanto la Tomba di Ciro che spicca nella piana di Pasargade. Una bellezza meno appariscente, ma altrettanto densa di storia. E siamo fortunati a poterla vedere, così come Persepoli, perché questi monumenti sono sopravvissuti non solo ai saccheggi di Alessandro Magno nel 330 a.C. , ma alla teocrazia khomeinista.
Teheran e Shiraz, due tappe impedibili
Il punto di partenza della visita a Persepolis è Shiraz, città anch’essa interessante, e il punto di ingresso e di uscita dall’Iran è inevitabilmente la megalopoli di Teheran, la capitale. In entrambe vale la pena di vedere palazzi, moschee e musei. Ma soprattutto vale la pena di osservare la gente, i negozi che vanno dall’antiquato spinto alla ipermodernità degli Apple Store, gli abiti assolutamente poco tradizionali e molto simili ai nostri, i nasi delle ragazze coperti in alta percentuale da cerotti (non per un precetto religioso ma perché, non essendo vietata, è di gran moda la rinoplastica) e l’alimentazione, molto più simile alla nostra dieta mediterranea di quanto possiate pensare.
Banchetti, danzatori, suonatori, giocolieri, demoni, divinità, animali più o meno mostruosi, paesaggi… Sono tanti i motivi degli affreschi dipinti sulle pareti delle tombe etrusche di Tarquinia, che “svetta” su un colle attorniato da ripidi strapiombi sulla riva sinistra del fiume Marta. C’è anche uno snello tuffatore, completamente nudo, sospeso in
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