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Barcellona, i tanti tesori di una città in lotta per l’indipendenza

Luisa Sodano by Luisa Sodano
30 Ottobre 2017
in Viaggi e Assaggi
barcellona parc guell
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Sommario

  • Scoprire Barcellona
  • Le cose da non perdere a Barcellona
  • L’architettura a Barcellona
  • Barcellona vista dall’alto
  • Dalla Ribera a Barceloneta
  • Mangiare a Barcellona

Un itinerario per scoprire Barcellona, città dalle mille attrazioni. Bellissime architetture e viali, cultura e tanto buon cibo vi aspettano nel capoluogo catalano.

Scoprire Barcellona

Mentre scrivo non so come si svilupperà il braccio di ferro fra il governo spagnolo e gli indipendentisti catalani, che ha come terreno di scontro privilegiato (e si spera sempre relativamente pacifico!) le strade di Barcellona. Sta di fatto che nel giro di poche settimane la metropoli catalana si è ritrovata sulle prime pagine di tutti i giornali per la battaglia contro Madrid e, prima ancora, per il grave attentato di estremisti islamici avvenuto in agosto.

Nonostante tutto la città, perfino contro la volontà dei suoi abitanti – un po’ stufi di essere circondati tutto l’anno da frotte di turisti –  resta una meta di eccezionale fascino. Per chi non l’avesse vista, o ne avesse avuto solo una frequentazione superficiale, ecco alcuni consigli.

Le cose da non perdere a Barcellona

Il primo luogo da visitare è – a maggior ragione dopo l’attentato di agosto – il lunghissimo viale delle Ramblas. Di tanto in tanto, spostatevi nelle zone laterali, per esempio sulla sinistra (se date le spalle al mare e alla statua di Colombo). Qui troverete il quartiere popolare del Raval, con l’affollato mercato della Boqueria, dove si può fare uno spuntino. E poi anche  MACBA – Museo di Arte Contemporanea di Barcellona firmato da Richard Meier e il CCCB – Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona, ardito intervento di recupero di un edificio settecentesco in disuso.

Piazza Catalogna, Barcellona

Rientrate sulle Ramblas e, oltre Piazza della Catalogna, siete sul Passeig de Gràcia con i primi, straordinari interventi compiuti da Gaudì sul centro della città. Girate sulla destra, verso una piccola oasi di italianità. Nel Passatge Méndez Vigo, una stradina fiancheggiata da ville e bei palazzi d’epoca, si trovano l’Istituto italiano di cultura e la Casa degli italiani. Da un secolo e mezzo è la sede delle scuole italiane di Barcellona e di tutti gli eventi che riguardano la folta comunità di connazionali in Catalogna.

A non molta distanza, comincerete a vedere le guglie di quello che non a caso sembra fosse l’obiettivo originario degli attentatori. Parlo della Sagrada Familia, opera ambiziosa e incompiuta di Gaudì, che sta faticosamente per essere portata a termine. Si può ammirare dall’esterno, ed è già uno spettacolo impressionante, oppure – con un po’ di coda – anche internamente.

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L’architettura a Barcellona

Subito dopo vi consigliamo di visitare a  un altro importante monumento di architettura modernista, che colpisce per bellezza, memoria storica e innovazione.Si tratta di un ex-ospedale di Barcellona, l’Hospital de la Santa Creu i Sant Pau, dell’architetto Lluis Domènech i Montaner, coevo di Gaudí.

La scelta dell’area non fu casuale. Il quartiere è quell’Eixample, cioè ampliamento, che nella seconda metà dell’Ottocento segnò l’espansione della capitale catalana al di fuori delle sue mura. È qui che un’agiata borghesia consentì agli architetti modernisti di esprimere il massimo della loro genialità nell’edificazione di dimore dalle forme ardite e dai decori immaginifici. Fu proprio il lascito di un ricco banchiere, Pau Gil, a rendere possibile agli inizi del Novecento l’avvio della costruzione del nuovo complesso assistenziale dove doveva trasferirsi il glorioso vecchio Hospital de la Santa Creu situato nel Raval, la cui prima pietra fu posta nel 1401. Il progetto era grandioso con la previsione di 48 padiglioni, dei quali ne furono edificati 27; “solo” 16 sono in stile modernista e di questi 12 sono opera di Domènech.

Barcellona Recinto Modernista

Bene ha fatto la città catalana a preservare questo tesoro. Nel 2009 le attività assistenziali sono state trasferite nel nuovo Hospital de Sant Pau e sono iniziati i lavori di restauro. Durati cinque anni, hanno portato nel 2014 alla riapertura dell’ospedale di Domènech, oggi chiamato Recinto modernista. Uno dei gioielli della Barcellona del Novecento è diventato così un centro multifunzionale, in parte aperto al pubblico e visitabile, in parte sede di istituzioni internazionali che lavorano nei campi della salute, sostenibilità ed educazione.

Barcellona vista dall’alto

Un punto di vista di sicuro interesse nelle giornate di massima visibilità è poi quello offerto dalla funivia del Porto di Barcellona, inaugurata per l’Esposizione internazionale del 1929. Detta anche Aeri del Port, vi porta dalla torre di partenza, a Barceloneta, fino al Belvedere Miramar sul Montjuic. Costa tanto e richiede code lunghissime, ma offre una visione dall’alto della zona portuale che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, a Barcellona è bellissima. Infatti il consiglio è di vedere bene tutta la zona sia dall’alto che dal basso, girando a piedi nella vasta area pedonalizzata.

Ovviamente sul Montjuic si può salire anche a piedi, per godere della vista sulla città oltre che per visitare i musei che lì hanno sede, quasi tutti in seguito alla già citata Expo del 1929. Da quello Militare all’interno del Castello, a quello Catalano dell’Arte, dalla Fondazione Joan Mirò, al Poble Espanyol. E non dimenticate di dare un’occhiata al Centro culturale Caixaforum, la risposta catalana al Beaubourg parigino o all’Auditorium di Roma.

Sempre per avere una visione della città dall’alto, ci sono almeno altri due posti di grande interesse. Uno è il meraviglioso Parco Guell,che ci riporta all’architetto catalano Gaudì. Il Parco è un’opera della sua maturità, perché fu realizzato fra il 1900 e il 1914. Capolavoro assoluto di per sé, il parco è anche bellissimo da percorrere in cerca di fresco e di visioni panoramiche dall’alto, come infatti facevano alcuni protagonisti del celebre film “L’appartamento spagnolo” del 2002.

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Il secondo itinerario ci porta invece sul Tibidabo. Una collina che ospita un secolare parco dei divertimenti, ma anche una coeva chiesa neogotica. Ci si arriva con un doppio percorso insolito, prima su un tram storico di inizio Novecento e poi su una funicolare. Se poi la visibilità è buona, dopo aver dato un’occhiata dal belvedere potreste anche prendere il terzo mezzo, un ascensore, e salire in cima alla chiesa, per vedere la città da un’altezza di quasi seicento metri.

Barcellona quartiere Ribera

Dalla Ribera a Barceloneta

Ancora una segnalazione rivolta soprattutto ai tanti lettori dei bestseller di Ildefonso Falconès. In primis “La cattedrale del mare”, avvincente romanzo storico ambientato nella Barcellona del 1300, dove il quartiere popolare della Ribera vede l’edificazione, autofinanziata dagli abitanti, della chiesa di Santa Maria del Mar, perfetto esempio di gotico catalano. Molto bella in sé, diventa ancor più affascinante per i lettori del libro, che ne conoscono in dettaglio la lunga e tormentata costruzione.

Breve spostamento dalla Ribera a Barceloneta, quartiere molto degradato fino ai Giochi Olimpici del 1992. Un ambizioso piano di recupero del litorale fece diventare Barceloneta una zona certamente popolare, ma ricca di locali e di attrattive per il turismo soprattutto giovanile. Pochi metri e sarete sulla spiaggia, visibile dall’alto percorrendo il lungomare, ovvero quello che dal cruciale 1992 si chiama Passeig Maritimo. Si tratta infatti di una moderna intuizione urbanistica, che ha preso forma grazie alle Olimpiadi ed è stata completata nel 2004 grazie a un altro evento internazionale, il Forum delle Culture. Fra i due poli del Porto Vecchio si sviluppano lungo un’ampia passeggiata di cinque chilometri percorribile a piedi, in bici o sui pattini. Alla fine si arriva alla zona del Diagonal Mar dove ci sono ottimi alberghi e il museo di scienze naturali.

mercato della Boqueria a Barcellona

Mangiare a Barcellona

Per mangiare, poi, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Oltre alla ristorazione veloce ma anche curata di molti locali all’interno della Boqueria o degli altri mercati sparsi in tutta la città, ci sono altri locali che tentano di mantenere vive alcune tradizioni gastronomiche. Una di queste è la fideuà, la risposta catalana alla paella valenciana. Non che a Barcellona non si trovi la paella, ma il vero piatto locale vede la sostituzione del riso con i fideos, una sorta di spaghetti spezzati, anch’essi mescolati con pesce e frutti di mare.

Ma la metropoli catalana è anche un crocevia della cucina internazionale. Qui hanno aperto locali sia i mitici campioni pluristellati alla Ferran Adrià, sia le avanguardie di gastronomie in forte ascesa come quella peruviana. E dunque ancora pesce, con la zuppa chiamata ceviche.

Per tutte le informazioni sui locali o, per esempio, sul curioso Museo del cioccolato, vi segnaliamo il sito istituzionale www.barcelonaturisme.com.

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Luisa Sodano

Medico specializzata in igiene e medicina preventiva, esperta e appassionata di viaggi, con focus sugli aspetti culturali, storici, sanitari e gastronomici. Collaboro con Melarossa per la rubrica "Viaggi e Assaggi".

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