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Cyberbullismo: che cos’è, significato, tipologie, come difendersi, conseguenze e prevenzione

Vincenza Tommasi by Vincenza Tommasi
3 Ottobre 2022
in Psicologia
cyberbullismo: che cos'è, significato, tipologie, conseguenze per la vittima, prevenzione
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Sommario

  • Che cos’è il cyberbullismo: significato e definizione
  • Caratteristiche principali del cyberbullismo
  • Differenze con il bullismo
  • Come riconoscere il cyberbullismo
  • Come identificare chi è vittima di cyberbullismo
  • Tutte le tipologie di cyberbullismo
  • Come difendersi dal cyberbullismo: cosa fare se accade  
  • Le conseguenze del cyberbullismo  
  • Come prevenire il cyberbullismo

Il Cyberbullismo è un fenomeno in crescente aumento, caratterizzato da comportamenti e atti aggressivi, intenzionali, intimidatori messi in atto contro una vittima utilizzando mezzi tecnologici.

Gli atti di aggressione possono riguardare il furto d’identità, la diffamazione, la molestia, la denigrazione, la diffusione di contenuti online e le offese.

Lo scopo è quello di ferire, allontanare la vittima da un gruppo o minare la sua reputazione. Il cyberbullismo non ha vincoli fisici (non è necessaria la presenza fisica del cyberbullo, si può verificare e perpetrare ovunque) né temporali (può continuare per molto tempo senza pause).

Ha delle conseguenze molto importanti per la vittima che includono disturbi depressivi, psicosomatici, nei casi più gravi autolesionismo o suicidio.

E’ più insidioso e difficile da isolare rispetto al bullismo data la natura, quasi sempre, anonima, del bullo. La prevenzione e l’intervento sono fondamentali per arginare il fenomeno e i danni conseguenti.

Che cos’è il cyberbullismo: significato e definizione

E’ un fenomeno sempre più comune, molto simile al bullismo, che si manifesta con comportamenti intimidatori e aggressivi attraverso mezzi tecnologici.  

E’ un termine che deriva da due parole “cyber” e “to bull”.

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Il prefisso “cyber” fa riferimento a tutto ciò che ha a che fare con la tecnologia mentre il verbo inglese “to bull” significa opprimere e prevaricare. Il cyberbullismo rappresenta la più recente forma di bullismo, che prevede l’utilizzo di Internet come strumento per arrecare danno agli altri.

E’ un comportamento offensivo e intimidatorio, violento, volontario e ripetitivo che viene esercitato da un singolo o più individui nei confronti di una vittima che non riesce a difendersi.

Il mezzo attraverso cui tale comportamento viene perpetrato è il mezzo informatico, i social network e la rete internet. Questo significa che i comportamenti vessatori o aggressivi possono essere messi in atto tramite posta elettronica, social network, messaggistica istantanea. 

I messaggi possono includere testi scritti, audio, video, immagini e possono essere inviati tramite tutte le piattaforme social (Facebook, Twitter, forum privati e pubblici, Whatsapp, TikTok, Instagram ecc.), i mezzi di comunicazione classici (computer, smartphone) e le tecnologie varie (gaming online).

L’obiettivo di questi comportamenti è quello di escludere la vittima da un gruppo di pari, arrecarle danno all’immagine, umiliarla o allontanarla. Il cyberbullo commette violenza senza la paura, nella maggior parte delle volte, di essere scoperto, perché agisce in anonimato.

Colpisce prevalentemente i giovani con età compresa tra gli 11 e i 13 anni, tuttavia, anche le altre fasce d’età possono essere ugualmente coinvolte.

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cyberbullismo: caratteristiche principali

Caratteristiche principali del cyberbullismo

È un comportamento aggressivo caratterizzato da azioni violente perpetrate tramite mezzi elettronici e informatici nei confronti di una vittima.  

Le caratteristiche del cyberbullismo che lo accomunano al bullismo sono rappresentate da: intenzionalità del comportamento, reiterazione nel tempo e asimmetria nel potere.

  • Intenzionalità. Dietro il comportamento del cyberbullo c’è l’intenzione di ferire, danneggiare, denigrare e arrecare danno e sofferenza alla vittima.
  • Persistenza nel tempo e reiterazione del comportamento. Le azioni di cyberbullismo sono continue nel tempo, non si fermano ad un singolo messaggio o comportamento aggressivo. Gli attacchi possono essere reiterati nel tempo da una singola persona oppure da altri utenti. Questi utenti, salvando, commentando o condividendo l’attacco del cyberbullo contribuiscono involontariamente alla sua reiterazione.
  • Lo squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la subisce. L’asimmetria nella relazione tra vittima e cyberbullo è quasi sempre evidente e dipende da alcune caratteristiche. Il bullo può essere più potente perché conosce maggiormente i mezzi di comunicazione elettronica e conseguentemente può e sa meglio muoversi per sferrare i suoi attacchi. A questo si aggiunge l’anonimato di internet che permette ai bulli di nascondersi dietro la tastiera e sfogare la frustrazione sulle vittime senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni. 

Differenze con il bullismo

Ha molte caratteristiche simili al bullismo, tuttavia se ne differenzia per altre che lo rendono più insidioso e difficile da fermare.

Il cyberbullismo e il bullismo sono comportamenti aggressivi, intimidatori e violenti messi in atto contro una vittima. Il primo viene perpetrato tramite il mezzo elettronico e la rete internet, il secondo tramite atti fisici, verbali e psicologici nel mondo reale.

Nel cyberbullismo gli atti aggressivi coinvolgono individui che non sono fisicamente presenti con la vittima come invece avviene nel bullismo. I cyberbulli possono provenire da tutto il mondo, avere qualunque età ed essere dei completi sconosciuti per la vittima. Il cyberbullo può essere chiunque: chi nella vita reale è un bullo può diventare una vittima nel mondo virtuale e viceversa.

I cyberbulli sono anonimi, i bulli, invece, sono persone conosciute che si scontrano faccia a faccia.

Le vittime non possono “scappare”, rifugiarsi in un posto sicuro o prendersi una pausa dagli attacchi come avviene per il bullismo. Gli attacchi, essendo inviati tramite rete internet, possono essere inviati in ogni momento 24 ore su 24.

Le offese e il materiale digitale usato contro la vittima possono viaggiare in tutto il mondo in pochi secondi. Il pubblico che assiste al predominio è molto più ampio rispetto al bullismo classico dove i testimoni degli attacchi di bullismo sono i membri di un gruppo specifico.

Il cyberbullo mette in atto comportamenti e intimidazioni che non avrebbe il coraggio di perpetrare se non fosse coperto dall’anonimato. Nel bullismo invece sono le dinamiche di gruppo a spingere il bullo a continuare o intraprendere le azioni violente.

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Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sul bullismo.

chi è la cybervittima

Come riconoscere il cyberbullismo

I protagonisti del cyberbullismo sono tre.

Cyberbullo: chi è ?

Il cyberbullo è un individuo che utilizza il web o i mezzi tecnologici per perpetrare degli attacchi violenti, intimidatori o aggressivi nei confronti di una vittima. È molto difficile creare un identikit del cyberbullo perché le caratteristiche che lo definiscono possono assecondare quelle del bullo nella vita reale o essere completamente opposte.

Generalmente nel cyberbullismo sono coinvolti individui con età compresa tra gli 11 e i 16 anni ma questo è un fenomeno che può non limitarsi a questa fascia d’età.

Molto spesso, nel mondo reale, il bullo è più forte fisicamente (attaccherà i più deboli o i più piccoli), ha uno status sociale elevato (avrà maggiore influenza sul gruppo) o possiede delle capacità socio-cognitive superiori (maltratterà la vittima).

Nel cyberbullismo non è necessario essere forti fisicamente o essere popolari, è sufficiente conoscere quanto basta il mezzo tecnologico. Il cyberbullo può essere chiunque, anche chi, nella vita reale, è vittima di bullismo.

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Il cyberbullo non riesce a comprendere il danno e la gravità delle aggressioni sulla vittima perché non ne vede fisicamente le conseguenze. Ritiene dunque i comportamenti messi in atto “normali”. La punibilità o la difficile reperibilità delle fonti dei messaggi, inoltre, permette l’anonimato del cyberbullo e l’impunibilità.

E’ tendenzialmente un ragazzo con problematiche psicologiche profonde e preesistenti che vanno dalla personalità narcisistica ad abusi (fisici e psicologici), a scarso affetto familiare, alla bassa autostima e a uno scarso adattamento sociale.

Cybervittima

La vittima di cyberbullismo non riesce sempre a chiedere aiuto e non sempre le azioni intimidatorie sono visibili agli altri o rintracciabili.

La vittima spesso ha paura di non essere creduta e viene tacciata di paranoia (spycam, registrazioni, GPS).

Altre volte la vittima si sente dire che “è esagerata” e che vive uno scherzo con pesantezza. A questo si aggiunge il fatto che, sebbene i contenuti condivisi possano essere, alle volte, bloccati, molto più raramente, è possibile identificarne l’autore. Può essere il vicino di casa, il precedente partner, o uno sconosciuto.

La vittima di cyberbullismo può:

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  • Ricevere messaggi online pubblici o privati violenti o volgari. Il fine è quello di danneggiare, denigrare o diffamare la vittima.
  • Subire un furto d’identità. Nello specifico, è possibile che qualcuno violi le password degli account della vittima o faccia cattivo uso delle password ricevute volontariamente da quest’ultima. I contenuti violati possono essere condivisi e pubblicati tali e quali o possono essere alterati tramite fotomontaggi con lo scopo di danneggiare la credibilità e reputazione della persona.
  • Può essere controllata nelle attività online senza consenso (GPS, Spycam, registratori).
  • Può subire violazione della privacy con appropriazione dei dati e dei contenuti dei propri account.
  • Può essere emarginata e isolata da un gruppo di persone.

Osservatori

Gli osservatori nel cyberbullismo spesso sono resi partecipi senza necessariamente che ve ne sia l’intenzione.  

Aprire un file inviato, salvarlo e condividerlo (anche come atto di denuncia e disgusto) rappresentano dei comportamenti che alimentano il fenomeno e per i quali bisogna assumersi la responsabilità.

come riconoscere la vittima del cyberbullismo

Come identificare chi è vittima di cyberbullismo

Il cyberbullismo, similmente al bullismo, crea nella vittima un mix di sensazioni ed emozioni.

Esistono dei campanelli d’allarme a cui fare attenzione per comprendere se chi abbiamo di fronte subisce del cyberbullismo.

La vittima può manifestare:

  • Improvvisi cambi dell’umore, mostrare rabbia, nervosismo, irritabilità non coerente con la situazione o con la personalità.
  • Ansia e preoccupazione non proporzionali alla situazione e non motivate da cause specifiche o rintracciabili.
  • Senso di vergogna e umiliazione, sensazioni di vuoto e di non valere nulla, senso di colpa.
  • Paura nell’utilizzo dei mezzi elettronici, paranoia.
  • Paura nell’uscire di casa (andare a scuola, fare sport, uscire con gli amici) per paura che i coetanei sappiano, abbiano visto o condiviso commenti, video e foto deridendola.
  • Perdita di interesse in attività che precedentemente suscitavano attenzione.
  • Apatia e chiusura in sé stessa.
  • Alterazioni del sonno e del comportamento alimentare.
  • Difficoltà nella socializzazione e nel mantenere le relazioni già create.
  • Perdita di autostima e tendenze autolesionistiche, nei casi più gravi tentativi di suicidio.

Cause del cyberbullismo

Il cyberbullismo sembrerebbe derivare dall’interazione di diversi fattori eziologici genetici, ambientali e culturali che si rafforzano vicendevolmente.

  • Fattori sociali. Molto spesso un clima scolastico o culturale improntato alla paura, all’aggressività e all’uso della forza favorisce comportamenti da bullo. L’esposizione continua a comportamenti aggressivi e di violenza sui media e sui social rende la diffusione del cyberbullismo “naturale”, come se fosse una giusta modalità di interazione.
  • Ruolo della famiglia. Alcuni studi suggeriscono che alla base dei comportamenti di cyberbullismo e di bullismo ci possa essere una relazione familiare disfunzionale. In particolare, modelli familiari autoritari o al contrario lassivi (senza disciplina), uno stile educativo coercitivo basato sul conflitto, la mancanza di sostegno familiare e eccessive e ingiuste punizioni sono terreno fertile per l’insoddisfazione, la ribellione e l’aggressività.
  • Tratti di personalità. Alcuni tipi di personalità come quella aggressiva, impulsiva, con bassa autostima e autoefficacia hanno maggiore probabilità di manifestare comportamenti aggressivi.
  • Violenze e ingiustizie. Ingiustizie lavorative, scolastiche o di altra natura non elaborate e non accettate, l’essere vittima di bullismo nella vita reale, sono possibili cause di cyberbullismo.
cyberbullismo cyberstalking

Tutte le tipologie di cyberbullismo

Si può manifestare sotto diverse forme e avere differenti caratteristiche. Alcuni esempi di cyberbullismo includono: flaming, harassment, put-downs, cyberstalking.

Il cyberbullismo può essere:

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  • Diretto, caratterizzato da aggressioni dirette alla vittima in prima persona. In questo caso i messaggi o i media che vengono inviati alla vittima riscuotono un effetto immediato sulla vittima. Generalmente i messaggi sono privati e viene preferita la messaggistica istantanea in modo che la vittima sia colpita continuamente e immediatamente. In questo caso il cyberbullo sarà il diretto responsabile della reiterazione degli attacchi.
  • Indiretto, basato su strategie di controllo sociale. In questo caso il cyberbullo sferra gli attacchi in maniera pubblica. Ad esempio, è possibile che il cyberbullo lasci diversi commenti intimidatori o aggressivi sotto una foto o un video della vittima, oppure posti dei video o delle foto della vittima senza il suo consenso per danneggiarla. In questo caso la reiterazione degli atti aggressivi non è dovuta solo al cyberbullo ma anche agli altri utenti. Questi infatti, reitereranno gli attacchi involontariamente (o volontariamente) ogni volta che salveranno, invieranno, riposteranno il contenuto condiviso dal cyberbullo.

Il cyberbullismo può manifestarsi sotto molte forme e in diverse circostanze.

Flaming

Il flaming, letteralmente “in fiamme”, indica l’atto di inviare o lasciare (postare) messaggi violenti, offensivi, molto spesso volgari sui gruppi o chat pubbliche, forum ecc.

I messaggi possono essere postati come commenti in chat di gruppo, in forum o chat di videogiochi interattivi su internet.

Il messaggio o i messaggi inviati sono provocatori e servono per mettere in cattiva luce o umiliare la vittima agli occhi di tutti gli utenti che in quel momento leggono o che stanno assistendo allo scambio di risposte.

Il fine del flaming è quello di generare delle vere e proprie battaglie tra vittima e cyberbullo attraverso un “botta e riposta” di insulti dove entrambi, vittima e bullo, si scontrano.

Questa è una forma di cyberbullismo particolare in cui anche la vittima cede e scende allo stello livello del cyberbullo alimentando la lite.

Il flaming prevede infatti un’escalation. Si parte da messaggi aggressivi e volgari per finire a minacce e insulti anche molto gravi relativi alla vita reale. Spesso, le piattaforme in cui si verifica il flaming prevedono il confronto diretto e immediato tra vittima e cyberbullo e gli scontri hanno una durata temporale circoscritta all’attività online che si sta svolgendo in comune (videogioco, chat di gruppo, forum).

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Il flaming è intenzionale ed è caratterizzato dalla simmetria di potere tra i cybernauti: entrambi possono controbattere per un tempo circoscritto alla durata dell’attività su internet.

Harassment

A differenza del flaming, l’harassment o molestia rappresenta l’atto di inviare messaggi offensivi, cattivi e volgari in privato (non in pubblico).

Solo la vittima potrà leggere le offese che saranno inviate attraverso mezzi informatici in maniera continuativa nel tempo e in maniera reiterata.

Queste offese possono essere inviate alla vittima tramite sms, e-mail, mms, telefonate (anche mute) messaggi privati sui social o tramite messaggistica istantanea privata.

Si tratta di insulti che possono riguardare il genere, l’orientamento sessuale, quello religioso, le molestie, il revenge porn ecc.

A differenza del flaming gli insulti perdurano nel tempo e non si limitano al tempo dell’attività che si sta svolgendo in quel momento.

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Nell’harrassment la vittima subisce le offese e tenta di convincere il persecutore a smettere di attuare il suo comportamento aggressivo nei suoi confronti senza riuscirci.  

Denigration o put-downs

Il denigration (denigrazione) o put-downs (svalutazioni) è una tipologia di cyberbullismo con cui il cyberbullo denigra o umilia la vittima.

Tale denigrazione avviene attraverso la pubblicazione o la condivisione di immagini, video, pettegolezzi o falsità sulla vittima.

Lo scopo è quello di danneggiare la sua reputazione e allontanarla da un gruppo sociale. Molto spesso il cyberbullo invia o pubblica foto e video modificati della vittima.

Generalmente, attraverso fotomontaggi, vengono sovrapposti i visi delle vittime a foto o scene sessualmente esplicite o a foto ridicolizzanti la vittima stessa.

Un esempio potrebbe essere quello di una foto di una ragazza o ragazzo in carne in cui il volto del ragazzo è sovrapposto al corpo di un maiale. Coloro che ricevono questi messaggi (e li scaricano) non sono (necessariamente) dei cyberbulli ma spettatori che involontariamente (o volontariamente) contribuiscono al diffondersi di tali dati.

Il comportamento aggressivo è sempre intenzionale.

Questo tipo di cyberbullismo viene messo in atto per denigrare un compagno di scuola o un coetaneo ma molto più spesso viene perpetrato verso i docenti e i professori.

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Cyberstalking

Il cyberstalking o persecuzione è l’atto di perseguitare, inviare minacce intimidatorie e insistenti ad una vittima prescelta attraverso mezzi elettronici.

Tali minacce fanno temere la vittima per la propria incolumità fisica. In questa categoria rientrano molti comportamenti che possono includere:

  • Monitoraggio in maniera stretta delle attività della vittima (online e nella vita reale).
  • Installazione di GPS, Spycam, registratori vocali all’insaputa della vittima.
  • Installazione di malware sui dispositivi elettronici della vittima per poter accedere ai suoi dati.
  • Violazione di chat e account social, intercettazioni e-mail.
  • Invio di messaggi minatori volti ad intimidire la vittima.
  • Falsificazione di foto e video e diffusione di pettegolezzi e accuse.
  • Acquisizione e diffusione di materiale personale e privato, sessualmente esplicito o meno, senza consenso della vittima.
  • Furto d’identità e creazione di falsi account social per monitorare la vittima o intimidirla.

I comportamenti messi in atto sono intenzionali e caratterizzati da un’asimmetria nel potere per cui la vittima può addirittura non sapere di trovarsi in una situazione di “osservazione”.

Il comportamento è molto spesso persistente nel tempo e potrebbe evolvere in un attacco nella vita reale.

Impersonation o masquerade

L’impersonation, anche nota come sostituzione dell’identità, consiste nell’atto di impersonare o fingersi una persona (la vittima) al fine di danneggiare la sua immagine o reputazione.

Generalmente avviene quando un individuo viola (senza consenso) o ottiene (con il consenso) le password di account social o di messaggistica di un coetaneo.

Facendosi passare per la vittima, questo cyberbullo può inviare tranquillamente e-mail e messaggi a tutti i conoscenti della vittima. Il comportamento anche qui è sempre intenzionale, tuttavia, la durata è limitata al tempo necessario affinché la vittima non si rende conto della violazione dei suoi account.  

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Exclusion

L’exclusion o esclusione consiste nell’atto di escludere volontariamente un individuo da un gruppo on-line o da una chat pubblica o privata.

L’esclusione da un gruppo whatsapp (con i compagni di scuola, di calcio, di danza, di catechismo) ad esempio, rappresenta per i ragazzi di oggi, una vera e propria punizione.

La vittima vive tale esclusione con sentimenti di solitudine, emarginazione. Pensa di non essere voluta da nessuno, manifesta sentimenti di inferiorità, rabbia, tristezza. Al giorno d’oggi, infatti, anche le amicizie online, virtuali sono importanti per l’autostima e lo sviluppo del ragazzo.

Trickery, Outing e Sexting

L’outing o il trickery consistono nell’atto di rivelare (Exposition) informazioni private di una persona o spingere questa, attraverso l’inganno, a rivelarle.

Nel caso dell’outing (confidenze spontanee) la vittima condivide con il cyberbullo informazioni personali e private in maniera spontanea.

Il cyberbullo, all’insaputa della vittima, registra e salva tali informazioni che al momento opportuno condividerà con altri (tramite pubblicazione su social, forum o chat). Nel caso del trickery (inganno) il cyberbullo acquisisce le informazioni personali della vittima tramite l’inganno, ad esempio, fingendosi un amico o instaurando con lei un rapporto di pseudo-fiducia.

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Nel caso dell’outing il cyberbullo può essere un amico che dopo una discussione si vendica mentre nel trickery la persona può fingere fin dall’inizio di essere un amico.

Un caso molto particolare di outing è rappresentato dal sexting e dal revenge porn.

Il sexting è una pratica molto comune, soprattutto nei giovani ma non solo, che consiste nell’inviare volontariamente ad un amico o al/alla proprio/a partner video o immagini più o meno esplicite relative alla sessualità.

È possibile, tuttavia, che i contenuti inviati possano essere condivisi con altre persone senza il consenso della vittima per vendetta (dopo la separazione o un litigio) o per superficialità.

La pratica si chiama revenge porn o vendetta pornografica e può riguardare sia i video girati volontariamente per uso personale sia quelli effettuati senza che la vittima ne fosse a conoscenza.

Happy slapping

L’happy slapping o schiaffeggio felice è un tipo di cyberbullismo che sta prendendo sempre più piede tra i giovani e consiste nel riprendere una o più aggressioni fisiche rivolte verso una vittima per poi pubblicarle online.

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Generalmente la vittima viene presa a schiaffi da uno o più bulli mentre altri bulli riprendono la scena. Una volta pubblicati e messi online tali contenuti, i video diventano virali e passano di telefono in telefono.

Alle volte si trasformano in delle competizioni dove ad essere votato sarà il video di aggressioni ritenute più divertenti. Il comportamento è sempre intenzionale ed è caratterizzato dall’asimmetria di potere tra la vittima e il o i cyberbulli.

cyberbullismo come difendersi

Come difendersi dal cyberbullismo: cosa fare se accade  

Il cyberbullismo colpisce chiunque e indipendentemente dalla forza fisica, dallo status sociale o economico. Saper reagire è fondamentale.

Come reagire

Se sei vittima di cyberbullismo non sei solo.

  • Sicuramente il primo passo è quello di non scoraggiarti e non cedere alle provocazioni, non rispondere con la stessa moneta. Devi tenere sempre a mente che non sei l’unico e non sei solo, non bisogna avere paura perché il fenomeno è molto più diffuso di quando non si creda.
  • Il secondo passo è quello di chiedere aiuto e di non vergognarsi nel farlo. Chiedi aiuto ad un insegnante, ad un genitore.  
  • Chiedi al gestore della piattaforma, dove sono avvenuti gli attacchi, l’oscuramento dei contenuti violenti, aggressivi e intimidatori pubblicati. Nel frattempo, cancella tu personalmente i contenuti pubblici e segnala i contenuti. Segnala e blocca anche i contatti o i molestatori.
  • Importantissimo passo è quello di documentare ogni insulto, aggressione, intimidazione, contenuto e violazione delle privacy subiti. Raccogli e documenta tutto, ogni attacco, messaggio, video, condivisione, conversazioni, tutto ciò rappresenta una prova del reato. Fai screenshot e salva le immagini e i video contro di te.
  • Tieni i dati raccolti e i tuoi dati personali al sicuro. Cambia frequentemente le password e non crearle utilizzando date pubbliche (data di nascita) o facilmente riconducibili a te.
  • Sporgi denuncia, rivolgiti a professionisti specializzati e forze dell’ordine che siano in grado di fornirti tutti gli strumenti utili per seguire un percorso.
cyberbullismo: conseguenze e complicazioni

Le conseguenze del cyberbullismo  

Le conseguenze del cyberbullismo sono molto importanti e pericolose se non si interviene precocemente.

Il cyberbullismo ha delle conseguenze molto importanti sulla vittima sia a livello psicologico che fisico. Le conseguenze ricalcano quelle del bullismo con l’aggravante che nel modo virtuale, la diffusione di contenuti, denigrazioni, insulti è un fenomeno che non si ferma facilmente.

E’ un fenomeno che si autoalimenta e gli osservatori, coloro che assistono agli insulti e alle umiliazioni, involontariamente (o meno) contribuiscono alla diffusione del materiale stesso attraverso i downloads, la condivisione.

Purtroppo, a differenza del bullismo, il cyberbullo non vede le conseguenze delle sue azioni sulla vittima e non può comprendere la sofferenza che sta causando.

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Tra le conseguenze psicologiche sulla vittima ritroviamo:

  • Disturbi dell’umore come depressione, disturbi d’ansia, ansia sociale, diminuzione dell’autostima, della autoefficiacia, svalutazione di Sé, insicurezza.
  • Disturbi nel controllo e nella regolazione del comportamento (disturbi del comportamento alimentare, aggressività, disregolazione emotiva, problemi di gestione della rabbia, abuso di sostanze, autolesionismo).
  • Disturbi psichiatrici (disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria, tentativi di suicidio e suicidio).
  • Disturbi psicosomatici come mal di testa, mal di stomaco, insonnia, stanchezza cronica, enuresi notturna.
  • Flashback e disturbo post-traumatico da stress.
  • Problemi e difficoltà nelle relazioni sociali, relazionali e familiari.
  • Isolamento sociale autoindotto e creato dagli altri.
  • Stati di agitazione continua e vigilanza per la paura che l’attacco possa perpetrarsi da un momento all’altro.
cyberbullismo: programmi di contrasto

Come prevenire il cyberbullismo

La prevenzione è fondamentale, insegnare ed educare alla tecnologia è uno dei passi primari nella lotta al cyberbullismo.

Le attività di prevenzione, divulgazione e sensibilizzazione sono fondamentali per prevenire l’insorgenza del cyberbullismo. Le strategie utili a prevenire il fenomeno possono essere messe in atto in tutti gli ambienti, da quello familiare a quello scolastico.

Sicuramente una maggiore presenza da parte dei genitori nella vita dei figli e stabilire regole specifiche e tempistiche per l’utilizzo della rete internet sembrano essere utili strategie.

Molti studi si sono concentrati sull’indagine di quali strategie sociali possano favorire la diminuzione del fenomeno del cyberbullismo.

Alcune strategie preventive per la lotta al cyberbullismo includono la sensibilizzazione nelle scuole, dove attraverso dibattiti, discussioni, focus group vengono fornite agli studenti tutte le informazioni relative al cyberbullismo e alle conseguenze sulla vittima.

La sorveglianza durante le attività scolastiche che richiedono l’utilizzo della tecnologia e la messa in atto di punizioni, richiami e sanzioni severe in concomitanza con atteggiamenti o comportamenti devianti da cyberbullo è un’altra utile strategia, sia a scuola che in famiglia.

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Programmi  di contrasto

Vi sono poi dei programmi di contrasto al cyberbullismo legati allo sviluppo delle life skills, un insieme di abilità cognitive, emotive e relazionali di base utili nella vita individuale e interpersonale.

Tra queste life skills rientrano:

  • Consapevolezza di Sé.
  • Autostima e autoefficacia.
  • Gestione delle emozioni e dello stress.
  • Comunicazione efficace ed assertiva.
  • Empatia.
  • Relazioni efficaci.
  • Pensiero critico.
  • Pensiero creativo.
  • Problem solving.
  • Presa di decisione.
cyberbullismo: strategie per prevenirlo

Strategie utili per prevenire il cyberbullismo

Esistono molte strategie ed accorgimenti che possono essere utilizzati per prevenire e contrastare il cyberbullismo:

  • Insegnare un corretto utilizzo di internet e dei social network.
  • Educare al rispetto altrui anche in contesti virtuali e di gioco.
  • Responsabilizzare i propri figli sensibilizzando sulle conseguenze degli attacchi di cyberbullismo.
  • Proteggere i propri dati personali e i propri account cambiando periodicamente password.
  • Non condividere password con altre persone e conservarle in un posto sicuro.
  • Insegnare che il cyberbullismo non è uno scherzo o delle battute che ci fanno rimanere male.
  • Parlare del problema, comunicare con i propri figli, essere presenti non solo fisicamente ma anche e soprattutto emotivamente.
Fonti
  1. Ministero dell’istruzione.
  2. Tonioni, F. (2014). Cyberbullismo. Edizioni Mondadori.

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Vincenza Tommasi

Vincenza Tommasi

PhD, dottore di ricerca in Neuroscienze e Imaging, MSc, psicologa dello sport e criminologa.

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