Domenica 11 aprile è la Giornata mondiale del Parkinson.
Un’occasione per conoscere la malattia e le sue implicazioni.
Per non far sentire soli i malati e chi si occupa di loro: ecco i consigli per gestire al meglio la patologia.
Parkinson: cos’è
Il Parkinson è una patologia degenerativa cronica e progressiva del Sistema nervoso centrale.
Infatti, è caratterizzata da rallentamento motorio (acinesia, bradicinesia, ipocinesia), rigidità muscolare e tremore. Spesso è anche associata a disturbi cognitivi di grado variabile (fino a un quadro clinico di demenza) e ad altri sintomi non motori quali:
- depressione
- disturbi della minzione
- stipsi.
Gli uomini sono colpiti dalla malattia con una maggiore, se pur minima, frequenza rispetto alle donne (rapporto 3:2).
Con l’introduzione (fine anni Sessanta) della L-Dopa (levodopa) come trattamento terapeutico, la sopravvivenza delle persone colpite è aumentata, anche se il tasso di mortalità rimane ancora di circa 1,6–2,9 volte più alto rispetto alla popolazione generale.
La più frequente causa di morte è la broncopolmonite, conseguenza della ridotta mobilità, e la disfagia che caratterizzano le fasi molto avanzate della malattia.
Il Parkinson non ha una cura specifica, ma si possono migliorare i sintomi attraverso:
- farmaci,
- interventi chirurgici
- supporto psicologico e sociale
- esercizio fisico.
Anche una dieta sana e bilanciata può aiutare a convivere meglio con la malattia.
Parkinson: i dati sulla malattia
Il Parkinson, ad oggi incurabile, colpisce tutti i gruppi etnici ed è la quarta più comune patologia neurologica dopo l’emicrania, l’ictus e l’epilessia.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) prevede un raddoppio dei casi entro il 2030.
In Italia i Parkinsoniani sono circa 400.000, in prevalenza di sesso maschile, mentre sono oltre 1,2 milioni i pazienti europei. Negli ultimi anni si è abbassata anche l’età di insorgenza della malattia. Infatti, si registra un paziente su 4 è sotto i 50 anni. Inoltre, addirittura il 10% ha meno di 40 anni.
La Giornata Mondiale del Parkinson nasce, quindi, con l’obiettivo di sensibilizzare sulla malattia e le sue implicazioni, soprattutto in conseguenza della pandemia.
A causa del Covid, infatti, le condizioni dei pazienti sono peggiorate sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Il confinamento e la solitudine, a causa delle limitazioni imposte dal coronavirus, si sono acuite incidendo fortemente sulle condizioni generali del paziente e rendendolo ancora più vulnerabile.
I consigli per chi si occupa dei malati di Parkinson
Sul sito della Confederazione Parkinson Italia si possono trovare informazioni utili e consigli rivolte a chi si occupa di persone affette da questa patologia.
I caregivers, chi appunto si prende cura dei malati, spesso sono lasciati soli e non sanno come comportarsi. Come si legge nel sito istituzionale:
“I caregivers devono essere consapevoli non solo dei problemi che il Parkinson pone ai loro cari, ma anche devono conoscere i modi in cui possono contribuire a mitigare i danni e aiutarli a mantenere una buona qualità di vita”.
In particolare, i caregiver devono saper gestire al meglio:
- i farmaci
- lo stile di vita
- la dieta.
I farmaci vanno conservati nei contenitori originali e devi sempre tenere a portata di mano l’elenco completo delle medicine che il paziente deve assumere. L’elenco va portato ad ogni controllo medico e devi informare della terapia anche amici e parenti, che possono così essere preparati in caso di necessità.
La terapia farmacologica va integrata con quella fisica per contrastare le difficoltà motorie del paziente. L’esercizio fisico è importante, ma va concordato con il medico che può suggerire attività per tenere il corpo attivo e sano allo stesso tempo.
Infine, è fondamentale una dieta sana ed equilibrata.
Fonte: Confederazione Parkinson Italia
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