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Albero di Natale in versione “green”: tutte le regole per salvaguardare l’ambiente

Catia Penta by Catia Penta
7 Dicembre 2017
in Lifestyle
albero di Natale: consigli e perché sceglierne un vero
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Albero di Natale: il momento è arrivato! Per la gioia dei bimbi, forse un po’ meno delle mamme, le nostre case sono di nuove pronte ad accogliere il simbolo più amato del Natale. Addobbarlo sarà la sfida: gli appassionati ogni anno trovano nuovi e stravaganti gingilli da appendere al proprio albero, i tradizionalisti utilizzeranno le palle di vetro ereditate dalla nonne, gli amanti dell’arredamento sobrio e minimal cercheranno l’addobbo più soft e ricercato creando così delle vere e proprie “installazioni” momentanee di grande effetto e sorpresa.

La vera sfida oggi è acquistare un albero di Natale che sia “green”, per cercare di dare una mano a questo nostro pianeta davvero troppo bistrattato.

Albero di Natale: quale scegliere?

Se “green” è il motto per questo Natale, quale albero è giusto acquistare?

Verrebbe da pensare all’albero finto, per evitare i problemi legati alla deforestazione: ma è davvero così? In verità per essere green meglio scegliere un albero vero ma certificato! Certificato da chi? Da Pefc Italia , l’organo di governo nazionale del sistema di certificazione (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), ovvero la certificazione dei boschi gestiti in maniera sostenibile.  Il suo Direttore, Antonio Brunori ci dice che “l’acquisto dell’albero natalizio è un’azione apparentemente piccola. Ma in realtà può trasformarsi in un tassello importante per dare il nostro contributo nella riduzione delle emissioni di gas serra e per orientare il mercato in senso più ecologico”

albero di Natale: consigli per acquisto

Consigli per l’acquisto dell’albero di Natale

Per arredare la propria casa con un abete amico dell’ambiente, il Pefc Italia ricorda che basta seguire cinque semplici regole.

1 – Prima regola: evitare alberi di plastica

Gli abeti “finti” sono erroneamente considerati migliori per tutelare il nostro patrimonio boschivo. Ma in realtà, ricorda uno studio di Coldiretti, i cinque milioni di alberi finti che vengono in media acquistati ogni anno emettono gli stessi gas di sei milioni di chilometri percorsi in macchina.

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In più, l’abete in casa respira, assorbe anidride carbonica e rilascia ossigeno, ma anche oli essenziali che purificano e aromatizzano la stanza.

2 – Seconda regola: leggere l’etichetta

Così come facciamo oramai per i prodotti alimentari, fondamentale è leggere sempre l’etichetta. “Sul tagliando che troviamo sull’albero o sul cimale – spiega Brunori – devono essere riportate:

  • la provenienza da coltivazioni specializzate
  • la nazionalità
  • l’età dell’albero
  • la non destinazione per il rimboschimento (per evitare mescolanze genetiche e quindi danni alle specie autoctone).

3 – Terza regola: optare per alberi prodotti da realtà forestali certificate Pefc

Riconoscibile dal logo presente in etichetta. “Lo schema di certificazione garantisce infatti la massima trasparenza in termini di tracciabilità e rispetto dei nostri territori. Ci sono centinaia di aziende già certificate. Scegliere i loro prodotti significa rafforzare un circolo virtuoso e contribuire a modificare le scelte imprenditoriali delle aziende della filiera bosco-legno”.

4 – Quarta regola: alberi Italiani

Preferire alberi provenienti dal nostro Paese. Più è vicino il luogo di coltivazione o il bosco dal quale è stato prelevato, meno chilometri farà fino a casa nostra e quindi minore sarà il suo impatto sull’ambiente in termini di emissioni nocive. Rispettare questa regola non è difficile.

Gli abeti italiani disponibili sul mercato natalizio derivano per il 90% da coltivazioni specializzate che occupano oltre mille piccole aziende agricole tricolori. Il restante 10% è venduto senza radici (i cosiddetti cimali o punte d’abete). Può derivare da normali pratiche di gestione forestale che prevedono interventi di diradamento indispensabili per far sviluppare meglio le nostre foreste.

5 – Quinta regola: cosa fare con l’albero dopo Natale

Passato il Natale è importantissimo smaltire l’albero in modo corretto. La soluzione che normalmente viene in mente è quella del rimboschimento, ovvero di ripiantare il nostro abete nel bosco per dare una mano a rinfoltire il verde. Purtroppo, romanticismi a parte, non è così. Molto spesso si rischia di creare quella che lo stesso Brunori definisce intrusione botanica che ha effetto negativo sull’ambiente. Insomma usare l’abete natalizio per il rimboschimento, in alcuni casi, provocherebbe esattamente l’effetto contrario e invece che fare del bene creeremmo un disagio (strano ma vero). “L’abete rosso (il Picea abies che rappresenta circa l’80% di quelli presenti sul mercato nazionale) è un albero spontaneo solo sull’arco alpino e in alcune aree dell’Appennino Tosco-emiliano – ricorda Brunori – Piantarli in boschi dove già è presente l’abete significa creare problemi di inquinamento genetico, visto che non si conosce l’origine di quelli ripiantati”.

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Meglio, per chi ne ha uno, piantarlo nel giardino di casa, cioè in ambito urbano,

Come curare l’albero in casa

Nelle nostre case l’abete soffre il caldo: è importante, perché non si secchi, tenerlo lontano dai termosifoni e cercare di mantenere il terriccio umido. Un’idea è quella di mettere un cubetto di ghiaccio nella terra ogni giorno.

Anche se i bambini protesteranno, evita di spruzzare neve artificiale in spray perché questa impedisce al nostro albero di respirare.

Smaltimento albero di Natale

E se l’albero si è seccato durante le feste, va destinato alla raccolta compostabile per permettere la sua trasformazione in compost che verrà poi usato come fertilizzante per nuove piante.

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Catia Penta

Catia Penta

Laureata in storia della critica letteraria, dal 1989 collaboro come autrice testi in RAI gestendo i contenuti di spazi televisivi molti dei quali dedicati a salute e benessere. Ho collaborato con il Gambero Rosso Channel seguendo, in qualità di autrice, le trasmissioni degli chef più accreditati. Per Melarossa mi occupo di tematiche focalizzate sull’alimentazione sana, sulla dieta e sulle patologie/disfunzioni legate al cibo.

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