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Nuova scoperta sull’infarto: un batterio intestinale, l’Escherichia coli, lo favorisce

Tiziana Landi by Tiziana Landi
13 Gennaio 2020
in Patologie
Infarto: complice un batterio intestinale, l'Escherichia coli. La scoperta di un team di ricercatori italiani
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C’è lo zampino di un batterio, l’Escherichia coli, dietro l’infarto. E’ la scoperta fatta da un team di ricercatori della I Clinica Medica del Policlinico universitario Umberto I. Il gruppo ha osservato che questo batterio intestinale risulta circolante nel sangue dei pazienti colpiti da infarto ed è presente anche nell’arteria ostruita che lo causa. La ricerca, pubblicata sull’European Heart Journal, apre nuovi scenari nei confronti di questa patologia cardiaca, dallo sviluppo di farmaci per la cura dell’infarto allo studio di un vaccino che, bloccando il batterio, possa prevenirlo nelle persone a rischio.

Escherichia coli: batterio intestinale nemico del cuore

All’origine della maggior parte degli episodi di infarto c’è la formazione di un coagulo di sangue (trombo) che ostruisce una o più arterie coronarie che trasportano sangue ossigenato e nutrienti al cuore. Questa occlusione, se dura abbastanza a lungo, priva di ossigeno la porzione di cuore a valle dell’arteria, provocando la morte delle sue cellule.

Lo studio ha permesso di comprendere il ruolo che, in questo meccanismo, gioca l’Escherichia coli. Si tratta di un batterio che vive normalmente nel tratto gastrointestinale e che, con alcuni ceppi, può causare infezioni, per lo più intestinali o alle vie urinarie.

Lo studio ha coinvolto un campione di 150 persone, 50 con infarto in atto, 50 cardiopatiche ma senza infarto e 50 sane. Nel sangue dei pazienti con infarto acuto è stato individuato il batterio Escherichia coli. Questo batterio non era invece presente né nei soggetti cardiopatici né in quelli sani.

infarto legame batterio escherichia coli

“Siamo partiti dall’intuizione che alcuni batteri intestinali potessero avere un ruolo nello sviluppo dell’infarto – ha spiegato in un’intervista all’Ansa Francesco Violi, Direttore della I Clinica Medica del Policlinico universitario Umberto I, che ha guidato la ricerca. – Da qui abbiamo avviato uno studio che è durato oltre 4 anni e scoperto che i pazienti con infarto acuto presentavano alterazioni della permeabilità intestinale e contemporaneamente il batterio E. coli nel sangue e nel trombo”.

Proprio l’alterata permeabilità intestinale sembra essere responsabile del passaggio del batterio dall’intestino al sangue e quindi al trombo. Questa condizione, infatti, fa sì che l’intestino diventi poroso e sia quindi meno capace di fare da barriera a cibo, batteri, funghi.

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Gli esperti hanno iniettato E.coli a un gruppi di topi e osservato che anche nel modello animale il batterio si trovava nelle maglie del trombo.

Cura e prevenzione dell’infarto: gli scenari possibili

I ricercatori hanno anche individuato il recettore cellulare a cui l’Escherichia coli si lega per facilitare la trombosi, il Toll-like receptor 4. Hanno inoltre visto a livello sperimentale che, utilizzando una specifica molecola che impedisce questo legame, è possibile inibire il processo trombotico favorito dal batterio e, così, fermare l’infarto.

Una scoperta che pone le basi per nuove possibili terapie, ancora tutte da studiare. Tra queste, una cura d’urgenza per bloccare il trombo in caso di infarto acuto e un vaccino contro l’Escherichia coli che possa agire per prevenire l’infarto.

Fonte: Ansa.

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Tiziana Landi

Tiziana Landi

Laureata in Scienze della Comunicazione, sono una giornalista specializzata in produzione di contenuti sui media digitali e tradizionali, content e social media marketing. Sono esperta di cucina light e alimentazione sana e all'interno di Melarossa mi occupo soprattutto di pianificazione editoriale e coordinamento redazionale.

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