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Ascesso dentale: cos’è, cause e fattori di rischio, sintomi, cure, prevenzione

Ivana Barberini by Ivana Barberini
8 Ottobre 2021
in Patologie
ascesso dentale: cos'è, cause, sintomi e cure
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Sommario

  • Che cos’è l’ascesso dentale
  • Tipi di ascesso
  • Perché viene l’ascesso dentale
  • Quanto dura un ascesso dentale?
  • Come riconoscere un’ascesso dentale: sintomi
  • Complicanze
  • Come curare un ascesso dentale
  • Prevenzione

L’ascesso dentale è tra i disturbi più frequenti del cavo orale. Causato da un‘infezione batterica, l’ascesso è piuttosto fastidioso e doloroso e può colpire grandi e piccoli.

È un rigonfiamento dovuto a un accumulo di pus (un liquido giallastro composto prevalentemente da batteri, plasma e globuli bianchi) localizzato solitamente intorno all’apice o alla radice di un dente. Si manifesta quindi con un gonfiore della guancia e un intenso dolore di tipo pulsante ed è la reazione evidente del nostro sistema immunitario che cerca di contenere e di eliminare l’infezione.

Ma vediamo insieme di cosa si tratta, quali sono le cause, i rimedi e la prevenzione.

Che cos’è l’ascesso dentale

Le infezioni ai denti sono patologie molto comuni e che coinvolgono i tessuti dentali (come nelle carie, traumi, pulpiti, pulpoparadentiti, pericoronariti, ecc.) o parodontali (come gengiviti o parodontiti), cioè le strutture che sostengono il dente.

L’origine del processo infettivo dipende da un insieme di fattori come:

  • Flora microbica
  • Difese immunitarie
  • Stato complessivo della bocca
  • Eventuale resistenza agli antibiotici
  • Predisposizione genetica.

L’ascesso dentale, in particolare, è un accumulo di materiale infiammatorio (pus) intorno alla radice di un dente (gengiva, osso o polpa dentale). Solitamente la causa è un’infezione batterica che si diffonde nei tessuti dentali e si manifesta con gonfiore e un forte dolore vicino al dente interessato.

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È, quindi, l’eccessiva crescita dei microorganismi presenti normalmente nella bocca (che trasformano lo zucchero dei residui alimentari in sostanze capaci di indebolire i tessuti duri del dente, come accade nella carie) a provocare l’infezione che può raggiungere i nervi e i vasi sanguigni della polpa dentale, causando disturbi dolorosi come nevralgie, pulpiti, ascessi, ecc.

In base alla localizzazione si distinguono due i tipi di ascesso: periapicale e paradontale. C’è poi l’ascesso ricorrente, che deriva, invece, dalla riacutizzazione di una precedente infezione non curata adeguatamente o di tipo cronico.

ascesso dentale: cos'è

Tipi di ascesso

Ascesso periapicale

È un’infiammazione acuta dei tessuti apicali del dente. Solitamente è causato da una carie non curata o curata male, oppure da eventi traumatici ai denti che provocano un danno alla polpa.

Si caratterizza da dolore acuto pulsante, estrema sensibilità del dente al tatto e da un gonfiore alla guancia molto evidente.

Ascesso parodontale (o gengivale)

L’infezione in questo caso riguarda le strutture del dente (il parodonto) come gengiva, osso alveolare e legamenti e si localizza tra dente e gengiva.

Con il tempo, il solco “scavato” dai batteri tra dente e gengiva aumenta, formando delle tasche che favoriscono la proliferazione batterica.

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Si manifesta principalmente con dolore anche intenso, sanguinamento delle gengive, gonfiore e sensibilità dentale.

Ascesso ricorrente

È causato dal riacutizzarsi di un’infiammazione cronica. La lesione spesso è asintomatica ma può evolvere in acuta sia spontaneamente, sia in seguito a un trattamento odontoiatrico sul dente interessato.

Dal punto di vista clinico, non è facile distinguerlo dall’ascesso apicale acuto. Attraverso una radiografia, insieme al resto dei dati clinici, è possibile, tuttavia, porre una diagnosi.

ascesso dentale: cause

Perché viene l’ascesso dentale

È l’eccessiva proliferazione della flora batterica che normalmente “vive” nella bocca a causare un ascesso. Infatti, i batteri penetrano nei tessuti dentali e della bocca, provocando l’infezione, in particolare nella zona tra:

  • Dente
  • Radice
  • Gengiva (detta tasca gengivale).

Quando ciò accade, il nostro sistema immunitario cerca di intervenire attraverso l’invio di globuli bianchi nelle aree colpite. I residui di globuli bianchi, batteri e altro materiale cellulare formano quindi il pus che, a sua volta, determina l’ascesso.

In altre parole, l’ascesso è la normale reazione dell’organismo per arginare l’infezione ed evitare che si diffonda nel resto del corpo.

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Le cause scatenanti o i fattori di rischio sono diversi:

  • Carie trascurata o non curata correttamente
  • Scarsa igiene orale
  • Malattie parodontali
  • Lavori di ortodonzia non perfettamente eseguiti
  • Terapie farmacologiche protratte nel tempo
  • Abuso di fumo e alcol
  • Reflusso gastrofaringeo
  • Diabete.

Ascesso del dente del giudizio

Anche i denti del giudizio sono spesso colpiti da ascesso a causa della loro specifica posizione, cioè in fondo alle arcate dentarie e quindi difficilmente raggiungibili con lo spazzolino. Non è semplice pulirli bene, anche perché, il più delle volte, non trovando spazio, nascono in posizioni anomale.

Sono, quindi, ascessi trattabili solo farmacologicamente o, per evitare recidive, con l’estrazione del dente.

Quanto dura un ascesso dentale?

Solitamente con un trattamento adeguato la guarigione è assicurata. Va comunque valutato sempre il singolo caso, anche con test diagnostici specifici prescritti dal dentista.

Il ciclo di vita di un ascesso può essere sintetizzato in questo modo:

  • Comparsa del dolore.
  • Gonfiore della guancia, in cui il dolore si può attenuare ma anche irradiarsi nella metà del volto, fino al collo.
  • Difficoltà a masticare per il dolore spesso molto intenso.
  • Possibilità di comparsa delle fistole per la pressione che il pus esercita sui tessuti del dente, per trovare una via di sfogo.
  • Lacerazione dell’ascesso, con riversamento del pus nella bocca, causata dalla pressione esercitata dalla lingua in modo del tutto involontario.
  • Possibilità di comparsa di sintomi come senso di spossatezza e febbre.

È quindi necessario rivolgersi al dentista appena si inizia ad avvertire il dolore e seguire attentamente le prescrizioni. L’antibiotico fa effetto in circa tre giorni e il dolore e il gonfiore si attenuano fino a sparire. Ma non vuol dire che l’infezione è stata debellata.

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Occorre, infatti, sottoporsi a un trattamento dentale per curare definitivamente la zona interessata ed evitare una recidiva.

ascesso dentale, sintomi

Come riconoscere un’ascesso dentale: sintomi

Il dolore ai denti e il gonfiore sono i sintomi tipici dell’ascesso dentale. Il dolore è così acuto da rendere difficile perfino la masticazione. Il mal di denti si acuisce poi anche sfiorando semplicemente il dente con la punta della lingua.

Vediamo quali sono i sintomi con cui generalmente si manifesta un ascesso:

  • Dolore pulsante a livello del dente o della gengiva, che può manifestarsi anche all’improvviso per poi peggiorare gradualmente.
  • Gonfiore a livello della guancia e dolore che può estendersi all’orecchio e alla mascella.
  • Sensibilità dentale al caldo e al freddo.
  • Sanguinamento delle gengive.
  • Arrossamento nella zona colpita.
  • Senso di tensione nella parte in cui si accumula il pus.
  • Febbre in caso di diffusione dell’infezione.
  • Difficoltà nella deglutizione.

Complicanze

L’ascesso dentale acuto è spesso sottovalutato in termini di complicanze. Come abbiamo visto, dopo la lacerazione della camera pulpare, si verifica la colonizzazione della radice dentale da parte dei batteri che, entrando nei tessuti, causano infiammazione acuta e formazione di pus.

Quindi, l’ascesso non è da sottovalutare e, se non curato correttamente, comporta complicazioni anche piuttosto gravi, soprattutto in soggetti diabetici, immunocompromessi o in cura con farmaci chemioterapici.

Tra le complicanze più comuni:

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  • Sviluppo di una fistola (un piccolo canale che mette in comunicazione due strutture anatomiche o organi diversi che solitamente sono separati), cisti o granuloma (infiammazione cronica dei tessuti dentali) e diffusione dell’infezione.
  • Caduta del dente.
  • Osteomielite (infezione dell’osso).
  • Infezione della bocca.
  • Endocardite batterica per il rapporto tra l’apparato masticatorio e il sistema cardiocircolatorio.

Tuttavia, se trascurato, l’ascesso si può estendere nei tessuti attorno ai denti, determinando sintomi ancora più severi per la compromissione delle vie aeree e di quelle digestive superiori. Tra questi:

  • Disfonia (alterazione della voce)
  • Disfagia (difficoltà nella deglutizione)
  • Dispnea (fatica a respirare)
  • Rigonfiamento dei linfonodi cervicali
  • Trisma (contrattura del massetere, il muscolo che consente i movimenti della mandibola).
Ascesso dentale: cure

Come curare un ascesso dentale

La manifestazione più evidente di un ascesso dentale è il gonfiore alla guancia. Assumere un antidolorifico non è utile, e non riduce il gonfiore. Certamente lenisce un po’ il dolore, ma senza risolvere il problema.

Gli obiettivi da raggiungere per una cura efficace, infatti, sono:

  • Combattere l’infezione batterica, ricorrendo all’antibiotico, necessario per contrastare la crescita dei microrganismi patogeni.
  • Rimuovere la raccolta di pus per eliminare il gonfiore, attraverso un’incisione e il drenaggio da parte del dentista.
  • Eliminare la causa scatenante l’infezione.

In quest’ultimo caso, è necessario capire prima l’origine dell’infezione e adottare una terapia endodontica (se riguarda la polpa dentale) o parodontale (se riguarda le gengive) qualora sia possibile recuperare il dente interessato. Se la situazione è invece compromessa, sarà necessaria l’estrazione del dente.

È assolutamente da evitare il “fai da te” per non aggravare lo stato infettivo e incorrere in complicazioni.

Terapia antibiotica

Per ridurre il dolore e il gonfiore, l’approccio ideale, quindi, è quello chirurgico, con drenaggio o risoluzione della causa alla base dell’infezione, associato a una terapia antibiotica (soprattutto in caso di infezione diffusa).

Tuttavia, per migliorare l’efficacia dell’antibiotico, è necessario adottare una buona igiene orale e tenere sotto controllo la placca batterica. Questo perché solo una minima parte della dose di antibiotico raggiunge i tessuti dentali. Infatti, il biofilm che compone la placca costituisce la barriera con cui i batteri patogeni si difendono dall’azione del farmaco.

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Molto spesso, la scelta della terapia antibiotica in odontoiatria avviene in modo empirico, senza aver individuato l’agente patogeno responsabile, ipotizzando quali siano i batteri più probabilmente coinvolti nel processo infettivo.

La durata della terapia e la scelta del farmaco dipendono strettamente dalle condizioni di salute del soggetto e dalla valutazione del dentista.

Vediamo quali sono le classi di antibiotici più comunemente usati.

  • Beta-lattamici: sono molto utili nella fase acuta dell’infezione. Sono i farmaci di prima scelta nei processi infettivi che riguardano i denti. Tra i più utilizzati: amoxicillina e ampicillina.
  • Macrolidi: sono farmaci particolarmente attivi su specifici ceppi di batteri anaerobi. Tra i più usati: eritromicina, claritromicina e azitromicina.
  • Tetracicline: sono antibiotici ad ampio spettro. In odontoiatria la più adoperata è la doxiciclina.
  • Metronidazolo: è particolarmente attivo su alcuni ceppi batterici e raggiunge efficacemente la zona dell’infezione.
  • Clindamicina: fa parte della classe dei lincosamidi, ed è piuttosto valido per le infezioni dentali.

È sempre opportuno ricordare che si tratta di farmaci che devono essere prescritti dal medico curante o dal dentista.

Prevenzione

Per prevenire un ascesso, così come tutte le patologie dentali, è consigliabile una visita dal dentista, almeno una volta l’anno, con ortopanoramica (radiografia) e pulizia dei denti.

Ecco quindi 4 semplici regole per una buona prevenzione:

  • Adottare una corretta igiene orale, lavando i denti almeno tre volte al giorno, e usare anche il filo interdentale.
  • Usare lo scovolino per prevenire la formazione di placca e tartaro tra dente e dente.
  • Se non è possibile lavare i denti con lo spazzolino e il dentifricio, sciacquare la bocca con acqua tiepida per rimuovere i residui di cibo.
  • Sottoporsi a una visita di controllo dal dentista almeno una volta l’anno con pulizia dei denti.
Fonti
  1. G. Ottaviani, M. Gobbo, K. Rupel, V. Zoi, E. Vettori, M. Chermetz, M. Biasotto, Terapia delle infezioni odontogene, Ambulatorio di Medicina e Patologia Orale, Pazienti Special Needs e Prevenzione Orale in Oncologia, Clinica Odontoiatrica e Stomatologica, Università degli Studi di Trieste
  2. D. Robertson, A. J. Smith, The microbiology of the acute dental abscess, Journal of Medical Microbiology, 2009
  3. Ministero della Salute, Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età adulta
  4. D. Petrone, Complicanze ascessuali delle flogosi del distretto testa-collo, Quaderni monografici di aggiornamento dell’Associazione otorinolaringologi ospedalieri italiani
  5. F. Montagna, V. Piras, Quaderni di progresso odontostomatologico
  6. Progetto Terapia, Strategie per il controllo dell’infezione, Società Italiana di Parodontologia.
  7. Clinica del benessere dentale.
  8. Manuale diagnostico MSD.

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Ivana Barberini

Ivana Barberini

Giornalista in ambito medico-scientifico, scrivo di salute, nutrizione e sanità per diverse testate giornalistiche e magazine on line. Sono laureata in Lettere ma ho un diploma di Dietista, un Master in Etnopsichiatria e diversi corsi di formazione sulla scrittura SEO e online. Per Melarossa scrivo di salute e alimentazione in modo semplice e fruibile, per un’informazione chiara, ma sempre scientificamente corretta. Nel 2024 ho vinto il Premio Omnibus Salute Donna per la divulgazione scientifica.

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