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Lenticchie: tre cose che non sapevi sul legume portafortuna di Capodanno

Maria Luisa Prete by Maria Luisa Prete
30 Dicembre 2020
in Alimenti dalla A alla Z
lenticchie-segreti
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Le lenticchie con il cotechino sono un piatto portafortuna che non può mancare a San Silvestro. Una tradizione diffusa da nord e sud a cui non puoi rinunciare visto che è benaugurante. Ma perché porta fortuna? Scopri questo e altri segreti del piatto principe della tradizione italiana a Capodanno.

Lenticchie: perché portano fortuna

Le lenticchie sono ricche di proteine, fibre e hanno un basso contenuto di grassi. Alleate importanti per un’alimentazione sana ed equilibrata, sono considerate anche un portafortuna nella tradizione italiana.

Vengono servite la notte di San Silvestro perché possano portare ricchezza e benessere. Ma come nasce questa  credenza?

Le lenticchie sono il primo legume coltivato dall’uomo. Le primissime tracce di coltivazione sono state collocate nella regione medio-orientale della “Mezzaluna fertile” (Siria e Iraq settentrionale) e risalgono addirittura al 7.000 a.C. Se ne hanno testimonianze anche nei testi biblici.

La coltivazione interessò anche l’intera area del Bacino Mediterraneo. Infatti, non mancavano mai sulle tavole di Romani e Greci. Soprattutto per le classi meno abbienti questo legume, nutriente e di facile reperibilità e conservazione, era una preziosa fonte di sostentamento.

È proprio ai Romani che si deve l’usanza di mangiare lenticchie la sera di Capodanno. Infatti, all’inizio del nuovo anno, si usava regalare la scarsella, una borsa di cuoio da legare alla cintura piena, appunto, di lenticchie con l’auspicio che si trasformassero in monete.

Perché? La lenticchia, con la forma di lente (da qui il suo nome, dal latino lens), assomiglia a una moneta. Ma è preziosa anche per il suo valore nutrizionale, noto fin dall’antichità. Ricca di proteine, ferro, sali minerali e vitamine del gruppo B, sazia con gusto ed è un ottimo sostituto della carne. La scarsella era, dunque, una fonte di cibo molto preziosa e apprezzata.

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lenticchie-tradizione

Perché si dice “Vendersi per un piatto di lenticchie”?

Non sempre le lenticchie sono state considerate simbolo di ricchezza e benessere.

Infatti, nella Bibbia c’è un episodio che le mette in cattiva luce. Si tratta di un episodio narrato nell’Antico Testamento, in cui il legume ha svolto un ruolo chiave nella storia del popolo ebraico.

Si racconta, infatti, che Esaù, tornato stanco e affamato dopo una lunga battuta di caccia, chiese al fratello Giacobbe un piatto di lenticchie. Giacobbe glielo diede ma in cambio chiese a Esaù di rinunciare, in suo favore, all’eredità e al diritto di primogenitura.

Esaù accettò rinunciando così al privilegio di guidare il popolo ebraico.

Da qui l’espressione “Vendersi per un piatto di lenticchie”, cioè rinunciare a qualcosa di prezioso e nobile in cambio di una miserevole contropartita: un piatto, appunto, di lenticchie che non vale niente.

Quindi, nella tradizione ebraica il legume è stato associato anche alle occasioni di lutto, quando si perde qualcosa di molto caro.

Lo sapevi che aiutano a conciliare il sonno?

I benefici per la salute e le proprietà delle lenticchie sono risapute. In particolare:

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  • sono un toccasana per chi soffre di diabete
  • combattono l’obesità
  • fanno bene al cuore
  • aiutano la funzionalità intestinale
  • hanno proprietà antibatteriche e anticancro.

Non tutti sanno, però, che le lenticchie sono ricche di sali minerali, oltre che di vitamine, e in particolare di magnesio e zinco.

Questi due elementi indispensabili per il nostro organismo aiutano anche a combattere l’insonnia. Infatti, le lenticchie sono fra gli elementi consigliati come pasto serale per aiutare chi ha problemi ad addormentarsi.

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Maria Luisa Prete

Maria Luisa Prete

Laureata in Scienze della comunicazione, dal 2007 sono giornalista pubblicista. Ho collaborato con Repubblica, scrivendo, tra le altre, per le rubrica Sapori e Salute. Per Melarossa mi occupo delle news riguardanti alimentazione e benessere

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