Ti è mai capitato di mangiare più del solito senza riuscire a fermarti? Se succede di rado non è un problema, ma quando le abbuffate diventano frequenti e incontrollabili si può parlare di binge eating disorder, ovvero disturbo da alimentazione incontrollata.
Chi ne soffre consuma grandi quantità di cibo in poco tempo, con la sensazione di perdere totalmente il controllo su cosa e quanto mangia. A tutto questo si accompagna spesso un forte disagio psicologico: sensi di colpa, vergogna e la tendenza a mangiare di nascosto o in solitudine.
Il binge eating disorder non è semplicemente “mangiare troppo”, è un vero disturbo del comportamento alimentare (come l’anoressia, ad esempio) che può avere conseguenze importanti sia sul corpo che sulla mente.
Conoscerne i sintomi, le cause e le possibilità di cura è il primo passo per affrontarlo.
Che vuol dire Binge Eating
Letteralmente il Binge Eating Disorder (BED) vuol dire disturbo da alimentazione incontrollata.
E’ spesso confuso con la bulimia perché in entrambi i casi si mangiano grandi quantità di cibo senza riuscire a fermarsi. La differenza è che chi soffre di binge eating, a differenza della bulimia, non mette in atto comportamenti compensatori (come vomito autoindotto o uso di lassativi) per controllare il peso.
Il disturbo si riconosce da episodi ricorrenti di abbuffate, in cui si ingeriscono grandi quantità di cibo in poco tempo, spesso senza avere realmente fame. Questi momenti lasciano un senso di pienezza doloroso e spiacevole, seguiti da forte senso di colpa e autosvalutazione.
Non si tratta di episodi isolati: per parlare di BED devono verificarsi almeno una volta a settimana per tre mesi consecutivi. Il disturbo influisce profondamente sulla vita quotidiana e aumenta il rischio di sviluppare obesità, diabete, ipertensione e dolore cronico.
Spesso le abbuffate sono pianificate in anticipo, con l’acquisto di cibi specifici, e avvengono di nascosto, perché prevalgono vergogna, imbarazzo o rabbia per la propria condotta.
Il binge eating colpisce più le donne ma non solo: circa il 40% dei casi riguarda uomini, una percentuale più alta rispetto a quella riscontrata in anoressia e bulimia. Il disturbo compare spesso nella prima età adulta, ma può manifestarsi a qualunque età. Si stima che nel corso della vita ne soffriranno circa il 3,5% delle donne e il 2% degli uomini adulti.
Qual è la differenza tra binge eating, anoressia e bulimia?
Sono tutti disturbi del comportamento alimentare, ma con caratteristiche molto diverse.
- Binge Eating Disorder (BED): chi ne soffre vive episodi di abbuffate, mangiando grandi quantità di cibo in poco tempo e sentendosi fuori controllo. A differenza della bulimia, però, non ci sono comportamenti compensatori come vomito o uso di lassativi. Nonostante la preoccupazione per il peso, non vengono seguite diete restrittive per bilanciare le abbuffate.
- Anoressia: è caratterizzata da una forte paura di ingrassare e da un controllo estremo sul cibo, fino al digiuno o a diete molto rigide. Chi ne soffre tende a perdere molto peso e spesso ha una percezione distorta del proprio corpo. Possono esserci anche condotte come vomito autoindotto, uso di lassativi o attività fisica eccessiva.
- Bulimia: prevede abbuffate simili a quelle del BED, ma sempre seguite da comportamenti compensatori per “rimediare”, come vomito, uso di lassativi o esercizio fisico intenso. Di solito il peso corporeo resta nella norma, ma la preoccupazione per l’immagine resta costante.
Insomma, il BED comporta abbuffate senza compensazione, l’anoressia restrizione estrema per paura di ingrassare, la bulimia abbuffate seguite da comportamenti per annullare l’eccesso di cibo.
Quali sono i sintomi del binge eating disorder?
Si riconosce soprattutto per la presenza di abbuffate ricorrenti, cioè episodi in cui si mangia molto più del normale, in poco tempo e con la sensazione di perdere il controllo.
Perché si possa parlare di disturbo, le abbuffate devono ripetersi almeno una volta a settimana per tre mesi consecutivi. Ma cosa succede durante questi episodi? Chi ne soffre può:
- mangiare molto velocemente
- continuare a mangiare fino a sentirsi dolorosamente piena/o
- consumare cibo di nascosto, per vergogna
- mangiare senza avere realmente fame.
Dopo le abbuffate subentrano spesso emozioni negative: senso di colpa, disgusto verso se stessi, vergogna e la convinzione di non riuscire a guarire. Con il tempo, questo può portare a un peggioramento del disturbo e aumentare il rischio di sviluppare altri problemi psicologici, come depressione, ansia o disturbi bipolari.
Il binge eating non è quindi solo “mangiare troppo”, ma un disturbo che necessita di attenzione e cura.
Disturbo da alimentazione incontrollata e obesità
Chi soffre di Disturbo da Alimentazione Incontrollata (BED) tende a sviluppare diversi gradi di obesità, perché alle abbuffate non seguono comportamenti compensatori che possano contrastare l’eccesso di calorie.
Il legame tra obesità e BED è però a doppio senso. Da un lato il disturbo alimentare favorisce l’aumento di peso; dall’altro, le difficoltà di salute, le relazioni compromesse e la stigmatizzazione sociale legate all’obesità possono alimentare ansia e depressione. In questo contesto il cibo diventa una sorta di consolazione, ma assumerlo in modo disfunzionale peggiora il problema.
Le persone con BED spesso hanno già disturbi ansioso-depressivi, questo meccanismo si trasforma in un circolo vizioso: il senso di sconfitta per non riuscire a controllarsi alimenta nuove abbuffate, creando una “fame psicologica” insaziabile.
Binge eating: quali sono le cause?
Come tutti i disturbi alimentari, anche il binge eating disorder ha un’origine complessa e multifattoriale. Non c’è una sola causa, ma un intreccio di fattori individuali, familiari e sociali che possono contribuire alla comparsa del disturbo.
Tra le possibili cause psicologiche troviamo:
- insoddisfazione per il proprio corpo
- pressione sociale verso la magrezza
- episodi di bullismo o body shaming
- depressione o obesità infantile
- traumi vissuti nell’infanzia
- eventi stressanti, come la fine di una relazione.
Si tratta solo di alcuni esempi: ogni storia è diversa e i fattori di rischio possono variare molto da persona a persona. Per questo la comprensione del disturbo passa sempre dall’ascolto e dalla ricostruzione della storia individuale di chi ne soffre.
Binge eating: come si cura
Uscire dal disturbo da alimentazione incontrollata richiede un percorso mirato che coinvolge diversi professionisti, come medici, psicologi e nutrizionisti.
Il ricovero è necessario solo in casi particolari, ad esempio quando ci sono pensieri suicidari o gravi problemi di salute. In generale, però, non è la strada più indicata: durante il ricovero le abbuffate possono ridursi solo perché si ha meno accesso al cibo o si è lontani dalle fonti di stress, senza affrontare davvero il problema.
Per ridurre il rischio di ricadute è importante fornire strumenti pratici, come tenere un diario alimentare, e lavorare sulle cause psicologiche. La psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo comportamentale specifica per i disturbi alimentari (CBT-E), si è dimostrata uno dei trattamenti più efficaci.
I farmaci, come alcuni antidepressivi, possono aiutare inizialmente a diminuire le abbuffate, ma i benefici tendono a essere limitati nel tempo e non bastano da soli per modificare il rapporto con il cibo.
La buona notizia è che guarire dal binge eating è possibile. Con il giusto supporto e un percorso personalizzato si può imparare a gestire le abbuffate e ritrovare un rapporto più sano e sereno con il cibo.
FAQ (domande comuni)
1 – Che vuol dire binge eating?
Significa “abbuffata”: indica episodi in cui si mangiano grandi quantità di cibo in poco tempo, con la sensazione di perdere il controllo.
2 – Come riconoscere un BED?
Dal ripetersi di abbuffate (almeno una volta a settimana per tre mesi), mangiare velocemente o di nascosto, sentirsi pieni fino al dolore e provare vergogna o senso di colpa dopo.
3 – A cosa sono dovute le abbuffate?
Le cause sono molteplici: insoddisfazione corporea, stress, traumi, depressione, pressioni sociali o bisogno di consolarsi con il cibo.
Conclusioni
Il binge eating disorder è molto più di un “mangiare troppo”: è un disturbo del comportamento alimentare che coinvolge corpo e mente, con conseguenze importanti sulla salute fisica e psicologica.
Le abbuffate non sono un segno di debolezza ma il sintomo di un disagio più profondo, che va riconosciuto e affrontato. Con l’aiuto di professionisti e percorsi mirati, è possibile interrompere il circolo vizioso delle abbuffate e recuperare un rapporto più sano ed equilibrato con il cibo, restituendo benessere e serenità.
Fonti
- Policlinico Sant’Orsola – Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder).
- State Pearls – Binge Eating Disorder.
- NIH – Definition & Facts for Binge Eating Disorder.