Quando si entra nel circolo vizioso del rimuginio, può capitare di “bloccarsi” completamente. Il rimuginio è un modo di pensare ricorsivo e ripetitivo, riferito al futuro, che produce ansia crescente: invade la maggior parte delle attività quotidiane, senza generare però un’attivazione costruttiva.
In questo stato non si riesce a fare nulla per risolvere il problema, se non PENSARCI, ma senza soluzioni costruttive. E a livello emotivo si accumula ansia, frustrazione, senso di inefficacia e ne risentono anche concentrazione e capacità attentive.
Per star bene è necessario interrompere l’attività rimuginativa. Due sono i passi principali:
- Tutte le volte (TUTTE!) che ti accorgi che stai rimuginando (“non ce la farò mai, sono grassa, ho le cosce grosse…”) bisogna bloccare immediatamente quel pensiero, in modo deciso. Ci si può aiutare, ad esempio, dicendo “stop!” ad alta voce oppure battendo le mani una volta. L’obiettivo è interrompere immediatamente quel pensiero e farlo tutte le volte che si affaccia alla nostra mente.
- Dopo aver bloccato il pensiero, è importante dedicasi per almeno 5-10 minuti ad un’attività piacevole che ti aiuti a spostare il pensiero su tutt’altro, generando una spirale positiva di pensieri. Ad esempio facendo sport, dedicandoci al nostro hobby preferito, chiamando un’amica, facendo una passeggiata.
È fondamentale mettere in atto queste indicazioni fino a quando il rimuginio sarà diminuito molto, se non scomparso del tutto. Contemporaneamente ricordare a se stessi che possediamo tutte le risorse per raggiungere l’obiettivo.