Scegliere di chiudere una storia che ci fa soffrire, a qualsiasi età, è una prova davvero difficile. Malgrado sia una scelta sana e protettiva, ci lascia però lacerati e stanchi. La storia e la sua fine, ci hanno evidentemente sottratto notevoli energie psichiche: il risultato è essere debilitati, esausti, sfiniti. Quando non si è più ragazzi, inoltre, a questo si aggiunge spesso una sensazione di rassegnazione e l’incapacità di vedere un “nuovo” futuro.
La fine della relazione porta a un vero e proprio “lutto” che necessita di un periodo di elaborazione. Durante questo periodo è normale che si alternino momenti di disperazione, ad altri di rabbia, ad altri ancora di tristezza. È bene elaborare quindi il lutto, viverlo in maniera totale, senza farsi travolgere ma, allo stesso tempo, senza negarlo.
Se si è vittime di una distorsione cognitiva, cioè di una modalità erronea di leggere le informazioni provenienti dall’ambiente circostante, questo ci fa vedere la realtà attraverso un filtro che colora tutto dello stesso colore. Ma il fatto di mettere un punto a cose che ci hanno fatto soffrire è già di per sé una ripartenza. Chi lo dice che non meritiamo un futuro radioso? Chi dice che non avremo altre possibilità? Siamo solo noi a dirlo.
Provare a rispondere a queste domande, riflettendoci con calma, senza fretta, mettere nero su bianco i pensieri può essere utile: pian piano il panorama intorno riprenderà i suoi colori reali.
Infine, è bene impiegare il tempo libero per stare con le persone che amiamo, raccogliere tutto l’affetto che abbiamo intorno e goderne appieno.


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Last Update: 13 Maggio 2020