Quando si raggiunge un’obiettivo come la perdita di peso, spesso succede di non riuscire a “fermarsi”.
Il fatto di continuare a vedersi imperfetti, dipende dalla rappresentazione mentale che abbiamo di noi stessi. Una rappresentazione che si è costituita attraverso le nostre esperienze personali con famiglia, amici, partner, inclusa la cultura a cui siamo stati esposti. Questo vale anche per la tendenza psicologica verso stati di ansia o depressivi o di generale benessere.
Tutto questo influenza la nostra immagine corporea provocando sentimenti di soddisfazione o, più spesso, di insoddisfazione. Paradossalmente, in questi ultimi anni, l’essere magri è diventato sinonimo di felicità. Al contempo però è aumentato il numero di persone in sovrappeso o obese. Curioso no?
Essere vittime di questa trappola che non ci consente di piacerci mai fino in fondo ci mette a rischio di sviluppare un disturbo alimentare. Ecco cosa fare.
- Cominciare a basare l’autostima su criteri diversi dalla forma del corpo o dal peso. Focalizzarsi, ad esempio, su aspetti come i successi scolastici o professionali, sulle competenze relazionali (la qualità delle amicizie), sulle capacità sportive o mentali. Insomma, consentirsi di esplorare aree nelle quali ci si può riconoscere un valore che va oltre l’apparenza fisica.
- Imparare a valorizzare il nostro corpo, o alcune parti di esso. Apprezzare ad esempio il funzionamento oppure mettere a fuoco le parti che più ci piacciono. Esplorare, osservare e trovare i nostri punti di forza.
- Smettere di fare confronti con amiche/amici o con i modelli proposti dalla tv o dalle riviste. Ognuno ha un valore, che prescinde da quanto pesi e dalle misure del tuo corpo.
- Dedicarsi ad uno sport, con l’obiettivo di apprezzare le movenze del corpo, la sua flessuosità e le cose di cui è capace. In più l’attività fisica libera le endorfine, che sono delle sostanze che producono senso di piacere e benessere, oltre ad aumentare il metabolismo basale.
È necessario cominciare così, e poi, se ci si accorge che questa preoccupazione non tende a diminuire o se dovesse aumentare, contattare uno psicoterapeuta per una consulenza più approfondita.
Last Update: 13 Maggio 2020