La neofobia è il risultato di un mancato svincolo dalla fase di sviluppo nei bambini. In questa fase, tutti i cibi non riconosciuti come familiari, non vengono considerati sicuri. Il bambino rifiuta quindi il cibo e può arrivare ad avere anche una reazione di disgusto.
Questa fase solitamente si conclude intorno ai tre anni. Ma alcuni bambini manifestano atteggiamenti neofobici in maniera persistente, anche durante lo sviluppo. In questi casi all’insistenza dei genitori questi bambini-ragazzi rispondono con ansia, disgusto e a volte vomito.
Quasi sempre questo disturbo si risolve da solo quando il ragazzo entra nella vita sociale e tende ad uniformarsi ai pari. Se ciò non accade è importante valutare con un professionista la situazione, per comprendere se la sintomatologia presentata si configura come un vero e proprio disturbo oppure no.
Suggerisco di chiedere un consulto al medico di base che potrebbe inviarti da uno psicologo esperto in disturbi alimentari. L’esperto potrebbe rilevare la problematica e intervenire lavorando sull’autostima. In questo modo piò aiutare il soggetto: ottimizzando la sua capacità di controllo per riconoscere, affrontare e anticipare le situazioni a rischio. Inoltre, potrebbe suggerire di intraprendere un percorso di “allenamento familiare”, in modo che anche la famiglia possa contribuire nel fornire una buona educazione alimentare e nel costruire un adeguato clima emozionale nel momento dei pasti.


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Last Update: 28 Aprile 2020