Capisco la difficoltà nel trovare un modo “giusto” per relazionarsi con sua figlia, una ragazza di 16 anni che sta affrontando uno dei momenti forse più difficili della crescita: l’adolescenza. Un momento di cambiamenti continui dove “il non so cosa voglio” è di casa.
I cambiamenti spaventano tutti, anche noi adulti e spesso ci troviamo disorientati nell’affrontarli. L’adolescente è alla continua ricerca di una sua identità, perciò prova diverse strade all’interno delle quali può trovarsi a compiere dei gesti o ad assumere degli atteggiamenti nuovi, estranei.
Nonostante non ci sia un modo giusto o sbagliato a priori di comportarsi, la cosa importante è non giudicarla mai per quello che fa, ma cercare un modo per comprendere ciò che sua figlia sta vivendo (come sta? cosa pensa? come si sente?) senza venire meno però a quelle che sono le regole stabilite in famiglia che, se non rispettate, devono essere punite.
In psicologia dello sviluppo si parla di “atteggiamenti educativi dei genitori”: tra i diversi “stili”, quello “democratico” risulta essere il migliore per affrontare la tematica adolescenziale.
Lo stile democratico “non elude il controllo da parte del genitore, ma contemporaneamente favorisce un dialogo su questo controllo, non esprime solo dipendenza, ma anche la fiducia e la rassicurazione verso le prime incursioni dell’adolescente nella direzione di un mondo completamente separato ed indipendente dai genitori”(Fonzi, 2001).


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Last Update: 29 Aprile 2020