Non è facile stare al passo di un figlio “adolescente”. L’adolescenza è un periodo di transizione dove non si è più bambini ma neppure adulti: si è adolescenti. Ciò significa vivere nelle contraddizioni che tale momento comporta alla ricerca di una propria identità.
È questo il momento in cui si comincia a scegliere (oppure, si preferisce non scegliere per paura) e a scontrarsi con le conseguenze che tale scelte comportano, spesso diverse da quelle attese, dalle quali si può venire delusi. Da qui la perdita di quell’entusiasmo manifestato all’inizio. Credo che il ragazzo in questione sia proprio in questa fase.
Ciò che potrebbe fare per aiutarlo, è cercare di instaurare con lui un dialogo, diverso però da quello solito. Infatti, dovrebbe riuscire ad entrare in una “nuova” sintonia con quello che sta vivendo adesso suo figlio, con le sue difficoltà, tollerando ed andando oltre anche ai suoi “no”.
Non si scoraggi se lui si chiude oppure se non vuole parlarle. Continui a provare. Cerchi inoltre di stimolarlo aiutandolo nel capire cose gli piacerebbe davvero fare. Ad esempio: rispetto alla scelta della scuola, domandargli se gli piace l’indirizzo scelto oppure crede di aver sbagliato e quindi gli piace qualcos’altro per cui vorrebbe cambiare. Vorrebbe cambiare perché non gli piace la scuola oppure perché ha molte insufficienze o perché ha difficoltà nel relazionarsi in classe?
Un aspetto importante inoltre da sottolineare (in termini educativi) è quello di dargli un messaggio chiaro: laddove sceglie (qualsiasi tipo di scelta, da quelle piccole es. fare sport, a quelle più importanti), deve portare avanti la scelta fatta e non abbattersi alle prime difficoltà. È proprio dagli insuccessi che s’impara e si cresce.