Durante il periodo adolescenziale, i rapporti con i propri pari diventano il pernio attorno a cui i ragazzi iniziano a costruire la propria identità.
In questo scenario entra con forza l’utilizzo della tecnologia (pc, telefonini ecc) a discapito però di un approccio più autentico fondato sulla comunicazione empatica e non verbale.
Quindi, ci troviamo di fronte a giovani che desiderano aumentare il numero delle “amicizie” creando rapidamente un’apparente vicinanza che comporta però una difficoltà nell’affinare le abilità sociali e relazionali complicando così i rapporti “faccia a faccia”.
C’è anche però un aspetto positivo da tenere in considerazione. Quando si nota una difficoltà nel proprio figlio, è utile pensare che nulla è perduto. Soprattutto nell’adolescenza, un intervento efficace può modificare la situazione.
Innanzitutto occorre mettere la ragazza di fronte al problema in quanto spesso vi è la negazione di esso da parte di chi lo vive in prima persona. Nel caso che riconosca la difficoltà, può essere utile cercare di entrare nel “suo mondo” affinché non si senta solo nell’affrontarle raccontandole anche come da adolescenti i genitori hanno superato le loro difficoltà.
In questo modo si permette al ragazzo di rispecchiarsi in dei modelli (i genitori) non perfetti ma umani. Nel caso in cui utilizzi principalmente la tecnologia come mezzo di comunicazione, invitarlo a coltivare rapporti anche al di fuori dello schermo affinché si interfacci con il mondo reale.


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Last Update: 28 Aprile 2020