Sommario
Gli estrogeni sono ormoni sessuali prodotti dalle ovaie nelle donne e dai testicoli negli uomini con il principale scopo di determinare lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari.
Le cellule del corpo umano, per poter comunicare tra loro e svolgere al meglio le loro funzioni, hanno bisogno di efficienti sistemi di comunicazione. Tra questi ne esiste uno che vede come protagonisti gli ormoni.
Queste importanti molecole sono rilasciate da un gruppo specifico di cellule e poi trasportate nel sangue fino a raggiungere le cellule bersaglio.
Tra i diversi ormoni prodotti dalle cellule del corpo umano troviamo gli ormoni sessuali prodotti dalle gonadi (testicoli e ovaie) che hanno un ruolo importante nel regolare lo sviluppo dei sistemi riproduttivi, delle caratteristiche sessuali e del comportamento di accoppiamento e che sono gli androgeni, i progestinici e gli estrogeni, tutti e tre prodotti sia dalle femmine che dai maschi ma in proporzioni differenti.
La principale causa della riduzione degli estrogeni è sicuramente l’età. Infatti, il calo di estrogeni ha conseguenze sul corpo della donna (menopausa) ma anche dell’uomo, come ad esempio il grasso addominale.
L’utilizzo di estrogeni come terapia (terapia ormonale) può essere consigliato dal medico specialista per donne in menopausa o con insufficienza ovarica precoce o in caso di ovariectomia.
Un altro modo per aumentare gli estrogeni può essere quello di consumare alimenti ricchi di estrogeni naturali, conosciuti come fitoestrogeni e contenuti ad esempio nei semi di lino, soia ma anche nei broccoli e nelle patate.
Estrogeni: cosa sono
Gli ormoni vengono generalmente suddivisi in quattro classi molecolari principali:
- ormoni amminici.
- Ormoni peptidici.
- Molecole derivate dagli acidi grassi.
- Ormoni steroidei.
Gli ormoni steroidei sono molecole sintetizzate a partire dal colesterolo e, tra questi, troviamo gli ormoni sessuali prodotti dalle gonadi e dalla corticale del surrene.
In questa classe di ormoni sono compresi gli androgeni (come il testosterone) e gli estrogeni (come l’estradiolo).
La loro principale funzione è quella di determinare lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari (caratteristiche non direttamente coinvolte nell’atto riproduttivo ma che possono contribuire allo sviluppo del seno o allargamento del bacino) rispettivamente nei maschi e nelle femmine.
Nelle donne esistono tre differenti tipologie di estrogeni:
- Estrone (E1): principale estrogeno prodotto nelle donne dopo la menopausa e sintetizzato a livello della pelle e dei tessuti adiposi.
- Estradiolo (E2): è l’estrogeno più importante. Viene prodotto a livello delle ovaie in modo massiccio fino alla menopausa e poi in quantità molto ridotta dopo la menopausa (in questo caso viene prodotto dall’E1 oppure a partire dal testosterone).
- Estriolo (E3): l’estrogeno che viene prodotto in grande quantità nella placenta.
Tuttavia, non vengono sintetizzati solo dalle donne e svolgono diversi ruoli importanti, non sempre legati all’ambito sessuale.
Vediamo meglio insieme chi li produce e per comunicare cosa.
Come vengono prodotti gli estrogeni
Lo stimolo per la sintesi degli estrogeni ha origine a livello cerebrale e, in particolare, in una zona del cervello, l’ipotalamo.
In generale, la secrezione degli ormoni sessuali (estrogeni e progesterone nelle donne e androgeni negli uomini) da parte delle gonadi, è stimolata da un altro ormone che è denominato LH (ormone luteinizzante).
E’ secreto dalla adenoipofisi, ghiandola situata nel nostro cervello, a sua volta stimolata dal GnRH (fattore stimolante il rilascio di gonadotropine) rilasciato a livello ipotalamico.
Gli estrogeni sono gli ormoni sessuali predominanti nel sesso femminile ma è importante sottolineare che questi ormoni vengono prodotti in proporzioni ridotte anche negli uomini.
Ovaie e produzione di estradiolo
Le ovaie sono l’organo deputato alla produzione più massiccia di estrogeni e, in particolare, alla produzione di estradiolo. E’ un ormone che stimola la maturazione degli organi sessuali femminili durante la pubertà e lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie (sviluppo del seno, dei fianchi, dei peli pubici ecc.).
Sebbene le ovaie producano la maggior parte degli estrogeni nelle donne prima della menopausa, è importante sapere che ci sono anche altri tessuti in grado di compiere questo lavoro, sia negli uomini che nelle donne.
Infatti, esiste un enzima, l’aromatasi, deputato alla conversione dell’androgeno testosterone in estradiolo, che è stato trovato negli organi riproduttivi ma anche in organi e tessuti, in grado quindi di sintetizzare estrogeni:
- tessuto osseo.
- Tessuto adiposo.
- Pelle
- Fegato.
- nel cuore.
- muscoli.
- cervello.
La presenza di questo enzima a livello di organi e tessuti diversi fa capire che gli estrogeni sono coinvolti anche in altre funzioni oltre a quelle legate all’aspetto sessuale e riproduttivo come, ad esempio, nel metabolismo e nello sviluppo comportamentale.
Che ruolo hanno gli estrogeni
Le gonadi (testicoli nei maschi e ovaie nelle donne) sono deputate alla produzione di gameti e alle secrezione di ormoni sessuali. In particolare i testicoli secernono androgeni (come il testosterone) e le ovaie secernono estrogeni (come l’estradiolo) e progesterone.
Anche se comunemente ci si riferisce agli androgeni come agli ormoni sessuali maschili e agli estrogeni come agli ormoni sessuali femminili, essi sono presenti in entrambi i sessi, semplicemente in quantità diverse.
Dal momento che gli estrogeni vengono prodotti in quantità maggiore nelle donne, possiamo dire che la loro principale funzione è quella di:
- stimolare e controllare lo sviluppo e il mantenimento del sistema riproduttivo femminile.
- Regolare il ciclo mestruale o la gravidanza nonché, nel caso specifico dell’estradiolo, stimolare la maturazione degli organi sessuali durante la pubertà e lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie.
Gli estrogeni agiscono però anche a livello di altri organi e tessuti esplicando diverse funzioni.
Cervello
Agiscono in diverse aree del cervello coinvolte in funzioni quali l’apprendimento, la memoria, la coordinazione motoria, il controllo dell’umore e svolgono anche un’azione neuroprotettiva.
Infatti, nelle donne in menopausa una riduzione degli estrogeni è associata al declino delle funzioni cognitive e ad un maggior rischio di Alzheimer.
Occhi
Possono agire a diversi livelli negli occhi, ad esempio, stimolando la secrezione ghiandolare, rendendo meno rigida la cornea e riducendo la pressione intraoculare.
Arterie
Si ritiene che gli estrogeni siano vasodilatatori e che possano avere un ruolo protettivo nei confronti dell’aterosclerosi.
Questo ruolo sembra essere legato alla loro capacità di stimolare la produzione di HDL (il colesterolo “buono”) e ridurre invece quella di LDL (il colesterolo “cattivo”).
Cuore e estrogeni
Svolgono un’azione cardioprotettiva e, agendo su specifici recettori presenti nel cuore, sono in grado di modulare la progressione delle malattie cardiovascolari.
Pelle
La riduzione degli estrogeni dopo la menopausa comporta una minor velocità di cicatrizzazione e accelera l’invecchiamento della pelle. Se applicati localmente, gli estrogeni possono aumentare il turgore della pelle e la produzione di collagene e ridurre la profondità delle rughe.
Se applicati localmente, aumentano il turgore della pelle e la produzione di collagene e riducono la profondità delle rughe.
Ossa
Gli estrogeni prevengono l’osteoporosi. Infatti, la riduzione degli estrogeni nelle donne dopo la menopausa determina una velocità maggiore nella perdita di massa minerale ossea ed un aumentata suscettibilità alle fratture.
Seno
Insieme ad altri ormoni, contribuiscono alla crescita e alla proliferazione del tessuto mammario (fattore di rischio per il cancro al seno).
Colon
Gli estrogeni sembrano essere protettivi nei confronti del tumore al colon in quanto donne in postmenopausa sottoposte a terapia estrogenica hanno mostrato un ridotto rischio di sviluppo di cancro al colon.
Tessuto adiposo
Regolano la deposizione del tessuto adiposo nonché il metabolismo e la differenziazione degli adipociti (cellule del tessuto adiposo).
Quindi, una riduzione degli estrogeni (ad esempio dopo la menopausa) può determinare un aumento del tessuto adiposo, specialmente di quello viscerale addominale, predisponendo maggiormente all’obesità.
Estrogeni nella donna
I livelli di estrogeni nelle donne sono bassi durante l’infanzia, ma aumentano drasticamente durante la pubertà, fase in cui svolgono le loro principali funzioni:
- stimolare la maturazione degli organi sessuali durante la pubertà.
- Determinare lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie.
- Regolare il ciclo mestruale. La caduta degli estrogeni e del progesterone in assenza di un embrione impiantato, porta infatti alle mestruazioni.
- Modulazione della gravidanza.
I livelli di estrogeni si riducono man mano con l’avanzare dell’età e in modo particolare, intorno ai 40 anni si assiste ad una riduzione drastica della sintesi di questi ormoni, fenomeno che porterà all’ingresso nella menopausa.
Da questo momento la sintesi degli estrogeni sarà di molto ridotta ed è qui che potrà essere evidente a molte donne che gli estrogeni hanno anche altre funzioni che esulano dall’aspetto sessuale/riproduttivo.
Calo di estrogeni: conseguenze sul corpo della donna
Di seguito le più comuni conseguenze dovute alla riduzione dei livelli di estrogeni nelle donne:
Aumento del deposito di grasso a livello addominale
Gli estrogeni giocano un ruolo importante nella determinazione del numero, della grandezza e della localizzazione degli adipociti (cellule del tessuto adiposo).
In particolare, favoriscono la deposizione del grasso a livello di cosce e glutei (meno dannoso e caratteristico del sesso femminile).
La riduzione della concentrazione degli estrogeni fa sì che il sito preferenziale per la deposizione del grasso diventi l’addome, localizzazione più pericolosa e predisponente a malattie cardiovascolari.
Scopri il nostro approfondimento sul grasso addominale.
Riduzione della massa muscolare e ossea
Gli estrogeni sono coinvolti nel mantenimento della densità minerale ossea e nella deposizione di tessuto muscolare. Di conseguenza, una riduzione della loro sintesi determina una maggior predisposizione a
- sarcopenia (perdita di massa muscolare).
- Fragilità ossea.
- Fratture.
Declino cognitivo
L’invecchiamento porta spesso con sé un declino cognitivo ma questo fenomeno può presentarsi più accelerato nelle donne dopo la menopausa.
Inoltre, si evidenzia una maggior prevalenza di Alzheimer nelle donne piuttosto che negli uomini. Tutto ciò potrebbe essere dovuto al fatto che, come diversi studi hanno messo in evidenza, gli estrogeni hanno effetti protettivi nei confronti delle cellule neuronali.
Invecchiamento della pelle
La riduzione dei livelli di estrogeni nelle donne dopo la menopausa è associata ad una varietà di cambiamenti cutanei che possono comportare un più rapido invecchiamento cutaneo.
Scopri il nostro approfondimento sulla menopausa: cos’è, tipi, sintomi e cure.
Gli estrogeni nell’uomo
Sebbene gli estrogeni siano stati storicamente associati alle donne, è ormai noto che sono in grado di agire su alcuni organi maschili, sia sessuali che non.
I testicoli producono infatti solo il 20% degli estrogeni negli uomini e la restante parte viene prodotta dalla conversione del testosterone ad opera dell’enzima aromatasi presente in altri distretti corporei come:
- tessuto adiposo.
- Cervello.
- Pelle.
- Ossa.
Che funzione hanno gli estrogeni nell’uomo?
Gli estrogeni contribuiscono al corretto sviluppo dei testicoli e alla spermatogenesi, come hanno dimostrato diversi studi. E’ stato messo in evidenza che la motilità e il numero degli spermatozoi sono ridotti in uomini con carenza di aromatasi, ma agiscono anche ad altri livelli. In particolare:
- influenzano il comportamento e l’umore.
- Contribuiscono alla crescita e allo sviluppo.
- Contribuiscono alla determinazione della composizione corporea. Gli estrogeni tendono a promuovere l’accumulo dei trigliceridi nel tessuto adiposo, specialmente al livello dei glutei e delle cosce. Questo spiega perché, in linea generale, gli uomini hanno una maggiore massa magra rispetto alle donne.
- Agiscono sulla massa minerale ossea. Sebbene gli androgeni svolgano un ruolo importante sulla salute delle ossa degli uomini, è ormai noto che anche gli estrogeni possono contribuire a ciò, se non addirittura essere più importanti.
Così come nelle donne si riduce la sintesi di estrogeni con l’avanzare dell’età, lo stesso vale per gli uomini, per cui si ha una riduzione della sintesi di testosterone e, di conseguenza, di estrogeni.
Carenza nell’uomo: conseguenze
Le conseguenze sono molto simili a quelle che si verificano nelle donne. Ma, in particolare, la riduzione di testosterone e di estrogeni nell’uomo può comportare:
- diabete.
- obesità.
- maggior rischio di eventi cardiovascolari.
- Sarcopenia.
- Osteoporosi.
- Riduzione della libido.
- Aumentato rischio di sviluppo di tumore alla prostata.
Come aumentare la produzione di estrogeni
Oltre all’età, ci sono altri fattori che possono comportare una riduzione dei livelli di questi ormoni:
- insufficienza ovarica precoce.
- Sindrome di Turner.
- Malfunzionamento della tiroide.
- Eccessivo esercizio fisico.
- Anoressia.
- Chemioterapia.
- Ovariectomia..
Le prove scientifiche a favore di metodi naturali che possano portare ad un aumento dei livelli di estrogeni sono ancora molto poche.
Quindi, oltre alla raccomandazione di svolgere attività fisica con moderazione, tra i metodi naturali più utilizzati a questo scopo troviamo l’utilizzo di alcune erbe:
- Black cohosh: erba tradizionale dei nativi americani, storicamente utilizzata per trattare una varietà di condizioni, tra cui la menopausa e i problemi mestruali.
- Agnocasto: piccolo arbusto utilizzato in fitoterapia per trattare diverse condizioni ginecologiche quali la sindrome premestruale.
- Olio di enotera: rimedio erboristico utilizzato nel trattamento della sindrome premestruale e per alleviare i sintomi legati alla menopausa.
- Trifoglio rosso: pianta ricca di isoflavoni, molecole con azione simile a quella degli estrogeni dei quali, inoltre, stimolano la sintesi.
- Angelica cinese: erba che contiene fitoestrogeni, utilizzata nella medicina tradizionale cinese per trattare i disturbi della menopausa.
Dal momento che una condizione di grave sottopeso o anoressia comporta una riduzione dei livelli di estrogeni, è importante mantenere il proprio peso all’interno del range del normopeso.
Quali sono gli alimenti più ricchi di estrogeni
I fitoestrogeni sono composti di natura non steroidea presenti in alcune piante. Sono strutturalmente e/o funzionalmente simili agli estrogeni dei mammiferi, in modo particolare sono simili all’estradiolo (E2).
Agendo in modo simile agli estrogeni, possono contribuire a ridurre i sintomi della menopausa come le vampate di calore e l’osteoporosi e possono aiutare a prevenire:
- malattie cardiovascolari.
- Obesità.
- Diabete di tipo 2.
- Demenza senile.
- Invecchiamento cutaneo.
Quindi, i fitoestrogeni nella dieta vengono digeriti e metabolizzati dai batteri nell’intestino, assorbiti nell’intestino e coniugati nel fegato e, una volta in circolo, restano nel plasma fino a quando non vengono definitivamente escreti con le urine.
I loro effetti benefici dipendono da diversi fattori tra cui l’età, lo stato di salute, la microflora intestinale, ma anche dalla disponibilità della molecola nell’alimento.
Rientrano più comunemente, tra i fitoestrogeni, quattro composti di origine naturale.
- Isoflavoni: sono i fitoestrogeni più studiati e ne è particolarmente ricca la soia e i suoi derivati (es. tempeh e tofu) ma anche il trifoglio rosso e altri legumi.
- Stilbeni: ne è un esempio il resveratrolo, contenuto nell’uva e nelle arachidi.
- Cumestani: fitoestrogeni presenti in alcuni legumi, nell’erba medica (alfa-alfa) e nel trifoglio.
- Lignani: fitoestrogeni contenuti soprattutto nei semi di lino.
Estrogeni naturali
Altre fonti alimentari con un buon contenuto di fitoestrogeni sono:
- cavoli.
- Broccoli.
- Aglio.
- Semi di sesamo.
- Grano.
- Patate dolci.
- Frutta (mele, melograni, frutti di bosco).
- Tè e caffè.
In contrasto con le indicazioni benefiche che questi composti possono avere sulla salute, i fitoestrogeni hanno sollevato preoccupazioni poiché potrebbero agire come interferenti endocrini, indicando la possibilità di causare effetti avversi sulla salute.
I benefici derivanti dal consumo di cibi ricchi di fitoestrogeni probabilmente superano i potenziali rischi, quindi questi alimenti possono essere consumati in modo sicuro con moderazione.
Estrogeni: terapia ormonale
Il termine terapia ormonale fa riferimento all’utilizzo di ormoni come estrogeni e/o progesterone sotto stretto controllo medico con lo scopo di prevenire/ridurre l’incidenza di alcune patologie o condizioni fisiologiche.
Esistono quattro particolari condizioni per cui può essere suggerita una terapia ormonale.
- Fastidiosi sintomi vasomotori della menopausa (vampate di calore, difficoltà a dormire, problemi di memoria ecc.).
- Prevenzione della perdita di massa minerale ossea, tipica delle donne dopo la menopausa.
- Ipoestrogenismo (estradiolo ridotto per varie cause tra cui una ridotta attività di ovaie e testicoli).
- Sindrome genitourinaria della menopausa (secchezza vaginale, prurito, episodi di urgenza nella minzione ecc.)
Diversi studi hanno suggerito che la terapia ormonale sostitutiva con estrogeni, nelle donne prima dei 60 anni e da non più di 10 anni in menopausa, possa apportare diversi benefici.
- Prevenzione della perdita di massa minerale ossea con conseguente riduzione del rischio di osteoporosi e fratture.
- Riduzione del rischio di aumento di peso nelle donne dopo la menopausa.
- Riduzione delle vampate di calore, degli episodi di insonnia e/o di perdita di memoria e di altri eventi tipici della menopausa.
La terapia ormonale dovrebbe essere personalizzata in relazione all’età, al periodo in cui è iniziata la menopausa, ai benefici effettivi rispetto a terapie non ormonali e ai rischi correlati all’utilizzo di estrogeni.
Particolare attenzione deve essere posta nelle donne di età superiore ai 60 anni o che abbiano superato la menopausa da più di 10 anni, per le quali i rischi derivanti da questo trattamento sembrerebbero maggiori rispetto ai benefici. In particolare può aumentare il rischio di:
- malattie cardiovascolari.
- Ictus.
- Trombosi.
- Demenza.
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