Sommario
Prugne o susine? A qualcuno potrà sembrare strano ma, comunque lo si chiami, il frutto è lo stesso! Dalle mille varietà e dai mille colori, le prugne assicurano al nostro organismo moltissimi benefici, sia fresche che essiccate. Tuttavia, Come per tutta la frutta, sarebbe preferibile consumare le susine fresche, da sole o inserite in una macedonia o insieme a un’insalata, perché così conservano integralmente i loro preziosi costituenti, con un ridotto apporto calorico. Infatti, le prugne secche hanno 220 calorie, contro le 30 di quelle fresche.
Il loro consumo fa bene alle ossa e garantisce un pieno di vitamina C e di sali minerali come il potassio e il magnesio. Ma le prugne, o susine che dir si voglia, sono anche ricche di antiossidanti e vantano importanti proprietà diuretiche, depurative e antitumorali.
Senza dimenticare la loro conosciuta capacità lassativa, dovuta alla presenza nel frutto di una consistente parte fibrosa. La fibra promuove e facilita la normale motilità e regolarità intestinale evitando fenomeni di stitichezza.
Quindi, gli esperti raccomandano di assumere almeno 25 grammi di fibra al giorno. Infatti, mangiando 100 g di prugne secche al giorno (circa 8-10 prugne) forniamo all’organismo circa un terzo della quantità raccomandata.
Prugne: cosa sono
Siamo abituati a pensare che le prugne siano quelle più scure, di colore blu-violaceo o rosso scuro e dalla forma allungata, mentre le susine siano quelle più chiare, generalmente gialle o rosse e di forma tondeggiante. Se poi parliamo del frutto secco, la differenza appare netta: stiamo parlando di prugne!
Questa distinzione, in realtà, non trova una ragione scientifica o botanica perché sia la prugna che la susina sono il frutto della pianta della specie “Prunus domestica L.”, chiamata “susino” ma detta anche “pruno”.
Valori nutrizionali delle prugne
Le prugne sono frutti che possiedono un corredo bilanciato di nutrienti.
Anche la presenza delle vitamine non è elevata: scarsa la presenza di vitamina C e pro-vitamina A, come quella delle vitamine del gruppo B. Invece, importante il contenuto della vitamina E e della K.
Vitamine a parte, le susine svolgono però un’importante funzione antiossidante grazie alla generosa presenza di sostanze fenoliche. Inoltre, sono anche un’ottima fonte di sali minerali, in particolar modo di potassio, seguito da rame, manganese, fosforo e ferro.
Infine, le susine contengono molta acqua e soprattutto fibra che conferisce al prodotto un efficace potere lassativo ma anche saziante.
Prugne: benefici per la salute
Differenze varietali a parte, vediamo quali sono i benefici che le prugne, o susine, apportano al nostro organismo e approfondiamo le differenza tra frutto secco e frutto essiccato.
- Integratore alimentare a base di succhi concentrati ed estratti di piante con fibre. Ingredienti:...
- Contenuti medi per dose giornaliera (50ml): frutto-oligosaccaridi (FOS): 5g, succo concentrato di...
- FOS ● la presenza di FOS (frutto-oligosaccaridi) favorisce l'equilibrio della flora batterica...
Questo succo di rabarbaro, prugne e tamarindo favoriscono il transito intestinale.
Effetto lassativo
L’assunzione di un buon contenuto di fibre determina anche:
- diminuzione dell’assimilazione delle sostanze nutrienti
- prolungamento del senso di sazietà
- effetto prebiotico
- riduzione del picco glicemico plasmatico postprandiale e un’attenuazione della secrezione di insulina.
Prugne per contrastare l’iperglicemia
Il consumo di prugne è un valido aiuto per contrastare l’iperglicemia (elevati livelli di glucosio nel sangue), uno dei fattori di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2.
Tra l’altro, l’indice glicemico delle susine e delle prugne secche è molto basso (pari a 29), grazie alla presenza di fibre e di sorbitolo (uno zucchero naturale). Il sorbitolo, infatti, non viene assorbito completamente dall’intestino (con effetto lassativo) e non necessita dell’intervento dell’insulina per essere degradato, risultando quindi ideale per l’alimentazione dei diabetici.
Benefiche contro il colesterolo cattivo
Sempre grazie alle fibre, le prugne, sia fresche che secche, aiutano a ridurre l’assorbimento del colesterolo cattivo LDL. Le fibre infatti si legano agli acidi biliari e favoriscono l’espulsione del colesterolo attraverso le feci. Limitare l’accumulo di colesterolo nelle arterie significa evitare la formazione di pericolose placche che provocano il restringimento dei vasi (arteriosclerosi), causa principale di infarto, ictus ed insufficienza cardiaca.
- 🌼 SAPORE NATURALE - le Prugne Secche CiboCrudo sono senza zuccheri aggiunti, non contengono...
- 💚 DENOCCIOLATE - morbide e denocciolate, essiccate al sole per mantenere intatti i nutrienti al...
- 🍴 IN CUCINA - ottime come snack spezzafame, le prugne secche possono essere il dolce ingrediente...
Melarossa consiglia le prugne secche essiccate Biologiche di Cibocrudo perché sono senza zuccheri aggiunti .
Alleate contro la ritenzione idrica
L’elevato contenuto di acqua e di sostanze oligominerali rendono la susina un frutto capace di esercitare un’azione diuretica, indicata per chi soffre di ritenzione idrica o di ipertensione.
In quest’ultimo caso l’azione diuretica si combina con quella esercitata dal potassio e dal magnesio.
Il potassio:
- agisce nell’equilibrio acido-base dell’organismo
- permette la trasmissione degli impulsi nervosi assicurando un buon lavoro muscolare
- regola il battito cardiaco
- combatte l’eccesso di sodio
- regola la funzionalità dei reni e delle ghiandole surrenali
- riequilibra i liquidi corporei eliminando quelli in eccesso e generando così una riduzione della ritenzione idrica, della cellulite, oltre a regolare la pressione sanguigna.
L’effetto antipertensivo è garantito anche dalla presenza del magnesio. Questo minerale è fondamentale per:
- ridurre la pressione arteriosa
- prevenire l’insorgenza di arteriosclerosi
- stimolare la funzionalità dell’apparato muscolare e per il sistema nervoso
- la costituzione di ossa e denti
- favorire l’assorbimento delle vitamine e degli altri sali minerali.
Un aiuto contro l’osteoporosi
Recenti studi scientifici sembrano attribuire alle prugne secche la capacità di migliorare gli indici di formazione ossea nelle donne in post-menopausa. A parte la terapia farmacologica e lo stile di vita, anche i fattori nutrizionali svolgono un ruolo importante nel mantenimento della salute scheletrica.
Le componenti delle prugne che aiutano a mantenere in salute le nostre ossa sono i flavonoidi e i polifenoli che, insieme al potassio, favoriscono lo sviluppo osseo, migliorano la densità e prevengono la perdita ossea. Anche la vitamina K e il manganese interagiscono nel processo di mantenimento in salute delle ossa.
Antitumorali
Recenti ricerche condotte dall’Università del Minnesota (Yang Y1 e Gallaher DD) hanno valutato gli effetti positivi di un consumo regolare di prugne sul microbioma intestinale e su specifici stati di malattia, dalla sindrome del colon irritabile fino alla prevenzione del carcinoma del colon. Le prugne secche, in particolare, sembrano essere un alimento promettente per ridurre il rischio di cancro al colon, grazie al loro alto contenuto di fibre alimentari e polifenoli.
Un pieno di antiossidanti
La susina possiede composti fenolici e flavonoidi e altri composti antiossidanti che contribuiscono a svolgere una preziosa attività antiossidante, in grado di proteggere l’organismo dai danni ossidativi riconducibili all’azione dei radicali liberi.
Prugne: controindicazioni
Se l’apporto di fibra alimentare ha effetti positivi per la salute, è anche vero che il consumo di fibre è sconsigliato in presenza di particolari stati patologici, come in caso di infiammazione del colon o di gastrite o se si sta seguendo un regime alimentare povero di fibre. Un consumo troppo abbondante di prugne potrebbe determinare stati diarroici e dissenteria, oltre a tutti gli effetti collaterali derivanti dalla fermentazione intestinale delle fibre solubili, ovvero meteorismo e flatulenza.
Molti prodotti vegetali, comprese le susine, contengono ossalati che, in caso di assunzione eccessiva, potrebbero causare problemi a chi soffre di formazione di calcoli renali. Una limitata assunzione di susine, tuttavia, non comporta alcuna ripercussione.
Modalità d’uso
Le susine, dopo l’acquisto, devono essere consumate a breve termine. Possono mantenersi in frigorifero anche per periodi relativamente lunghi (tre/quattro settimane), ma molto dipende dalla varietà e dal grado di maturazione al momento della raccolta.
Le susine rappresentano uno spuntino ideale in qualsiasi momento della giornata: sono pratiche da trasportare, rinfrescanti, sazianti e aiutano con dolcezza la regolarità digestiva.
Possono essere conservate in molti modi: quello più noto è il processo di essiccazione o, meglio, di disidratazione.
Possono anche essere sciroppate, preparate in confettura, in gelatina, messe sotto spirito o candite.
Tutti questi metodi di conservazione comportano un aumento degli zuccheri: per concentrazione nel caso dell’essiccazione, per le quantità aggiunte nelle altre preparazioni.
Come scegliere le prugne
Al momento dell’acquisto, le prugne si presentano spesso con la buccia ricoperta di una sostanza biancastra. Si tratta della pruina, una sostanza cerosa naturale che ricopre la buccia del frutto conferendogli un aspetto vellutato, biancastro e opacizzante.
Questa sostanza viene prodotta dalla pianta. Contiene cere e lieviti (come l’acido oleanolico ceroso) ed è utile al frutto perché previene la disidratazione, oltre ad avere proprietà antibatteriche.
La susina deve sempre presentare una buccia uniformemente liscia, mai rugosa.
Al tatto può avere consistenze e dimensioni molto differenti tra una varietà e l’altra.
Alcune cultivar producono frutti che, a maturazione fisiologica, hanno una superficie molle perché ricchi di succo. Invece, altre cultivar producono frutti meno ricchi di succo e, seppur giunti a maturazione, si presentano duri e con una polpa soda e carnosa.
Le prugne in cucina
Normalmente la susina è un frutto che si consuma fresco, da solo oppure tagliato in macedonia o in spiedini di frutta, da gustare come spuntino o a merenda.
In cucina la versatilità delle susine permette, però, anche di realizzare fantasiose e gustose ricette.
Infatti, possono essere utilizzate per la preparazione di piatti sia dolci che salati.
Sono ottime come ingrediente di torte, come la classica crostata alle prugne, biscotti, creme (da provare quella con le prugne al rum e mandorle), mousse e dessert al cucchiaio oltre che per confetture e gelatine. Perfette anche da frullare per preparare deliziosi smoothies in abbinamento ad altri frutti, come le arance.
Ma con le prugne si possono realizzare interessanti ricette di primi piatti, e soprattutto pietanze agrodolci, in cui il gusto del frutto va ad accompagnare particolari sapori salati tipici dei formaggi caprini e di alcune carni, soprattutto di maiale o di anatra, e salumi.
Tra le ricette con le prugne, l’arista di maiale in agrodolce è probabilmente tra le più note.
A base di prugne è anche un celebre e tradizionale piatto polacco, il bigos, uno stufato di carne, cavoli e crauti, con aggiunta di prugne secche ed altre spezie.
Con la susina di Dro DOP si preparano i tradizionali boemi o gnocchi di prugne, ma questa varietà è usata anche per farcire carni, guarnire torte e dolci come la torta rovesciata alle susine, il ciafoutis alle susine e il crumble cake alle susine.
Ricette con prugne: 3 proposte di Melarossa
1 – Smoothie alle prugne
Calorie a persona: 90 kcal
Ingredienti per una persona:
- 1 arancia
- 1 sedano (solo il gambo)
- 2 prugne fresche
- zenzero q.b.
Scopri come preparare lo smoothie alle prugne.
2 – Marmellata di prugne fresche
Calorie totali: 1882 kcal
Ingredienti per 750 g di conserva
- 1 kg di prugne fresche
- 350 g di zucchero bianco semolato
- 1 bustina di pectina
Scopri come preparare la marmellata di prugne fresche.
3 – Torta di susine
Calorie a persona: 110 kcal / Calorie totali: 880 kcal
Ingredienti per 8 persone:
- 2 uova
- 60 g di miele
- 70 g di farina di farro integrale
- 50 g di amido di mais
- 1 vasetto di yogurt magro 0,1%
- 1/2 bustina di lievito per dolci
- 2 susine molto mature
- 1 cucchiaio di zucchero di canna
- 1/2 limone (la scorza)
- 1 pizzico di sale
Scopri come preparare la torta di susine.
Prugne o susine: botanica
In natura il susino è una pianta appartenente alla vastissima famiglia delle Rosaceae e al genere Prunus (tribù delle Prunoideae) ed è rappresentato da numerose specie botaniche di origine asiatica, europea e americana, che differiscono per molti aspetti fra di loro.
I principali gruppi sono due:
- (Prunus domestica L.)
- Prunus salicina L. e Prunus simonii).
Le altre specie, di minore interesse commerciale e poco diffuse, sono:
- i susini siriaci (Prunus insititia) che comprendono i gruppi delle Damaschine ovali e sferiche, delle Mirabelle e delle Sangiuliane;
- i mirabolani (Prunus cerasifera), una specie di susina-ciliegia spontanea dell’Asia Minore e altre specie selvatiche sia dell’area asiatico-europea (Prunus spinosa, Prunus cocomilia, ecc.) sia dell’area cino-giapponese, spesso utilizzate come materiale per il miglioramento genetico delle varietà principali.
Esistono specie di prugne autoctone anche nel Nord America (ad es. Prunus americana, Prunus nigra, Prunus hortulana, Prunus subcordata) e nel Regno Unito (Prunus spinosa, la Prugnola, Prunus domestica subsp. Damson, ecc.), ma queste non sono ampiamente coltivate e costituiscono una nicchia commerciale di carattere locale.
Il susino europeo
Per quanto concerne gli aspetti botanici dei due principali gruppi di susini, quello europeo è un albero che può raggiungere i 7-10 metri di altezza, dal portamento tendenzialmente assurgente. Il tronco ha la corteccia molto scura, quasi nera con screpolature longitudinali.
I rami sono verticali, eretti, di colore grigio-rossastro. Le foglie, caduche, sono verde scuro, piuttosto spesse e con la pagina inferiore coriacea e leggermente pelosa. I fiori, che spuntano tra fine marzo e aprile, sono bianco-avorio, in genere autofertili.
I frutti sono delle drupe, con picciolo di lunghezza variabile, generalmente di forma oblunga-ovata e di un colore che varia dal giallo, al rosso-violetto, al blu-viola. I frutti sono destinati sia al consumo fresco che all’essiccazione. Spesso la polpa si stacca facilmente dal nocciolo.
Il susino cino-giapponese
Il susino cino-giapponese può raggiungere gli 8 metri di altezza, ha portamento tendenzialmente ombrelliforme, con rami pendenti e foglie grandi, di colore verde chiaro, lanceolate a lamina sottile.
Le gemme dei fiori sono globose, con 3 fiori bianchi ciascuno, autocompatibili. La fioritura avviene più precocemente rispetto al susino europeo. Le drupe crescono disposte a gruppetti sui rami.
La forma cambia dalla oblata alla rotondeggiante-ellittica e il colore varia dal giallo al rosso vinoso, al blu-nero. La polpa si presenta molto aderente al nocciolo.
I frutti sono esclusivamente al consumo fresco.
Prugne: le varietà
Il susino è coltivato in moltissime aree del mondo, in particolare nel Nord America, in Asia e in Europa.
Solo in Europa ne esistono centinaia di varietà che producono frutti che variano tra loro per grandezza e colore: dal giallo al violaceo scuro, passando per il giallo verde, il rosso e varie sfumature di viola.
Le cultivar di susine iscritte nel Registro varietale delle piante da frutto del Ministero delle Politiche agricole alla data di aprile 2019 sono relative ai due principali gruppi:
- il susino europeo (Prunus domestica L.) con 261 varietà
- i susini cino-giapponesi (Prunus salicina L.) con 162 varietà.
Sono quindi oltre 450 le varietà iscritte. Ognuna di queste differisce dall’altra per qualche aspetto che riguarda la forma o la colorazione o il periodo di raccolta.
Le varietà commercialmente più note sono:
- Agostana
- Anna Spath
- California Blue
- Regine Claudie
- Sangue di drago
- Verdacchia
- Florentia
- Bianca di Milano
- Ozark Premier
- Rusticana
- Ruth Gastetter
- San Pietro
- Santa Rosa
- Sugar
- Prugne Vere
- Gocce d’Oro (o Shiro)
- Stanley
- Diamantine Blu
- Lombarde.
Varietà italiane
In Italia, le regioni maggiormente interessate dalla coltivazione di susine sono:
- Abruzzo
- Campania
- Emilia-Romagna
- Lazio
- Liguria
- Marche
- Piemonte
- Toscana
- Trentino Alto Adige
- Veneto.
Quindi, non mancano occasioni per rifornirsi di prodotti nel loro periodo stagionale, al giusto grado di maturazione e a chilometro zero. Nei mercati, nei negozi e nei punti vendita della distribuzione organizzata nel periodo estivo non mancano mai le susine italiane o, al massimo, europee.
Susine PAT
Oltre alla Susina di Dro DOP, che al momento è l’unica susina italiana ad aver ottenuto il riconoscimento europeo della Denominazione d’Origine Protetta, coltiviamo susine che hanno ottenuto la registrazione nazionale quali Prodotti Agroalimentari Tradizionali, e precisamente, secondo la regione di provenienza:
- Campania: la Prugna coglipiecuri; la Susina botta a muro; la Susina marmulegna, la Susina pappacona, la Susina pazza, la Susina scarrafona, Susina turcona;
- Emilia-Romagna: la Susina di Vignola, (detta anche Susina Vaca Zebeo, Vacazebeo, Vacaza zebeo, Vacazaebeo, Vacazza).
- Lazio: la Prugna pizzutella di Picinisco.
- Liguria: le Susine “balle d’ase”, le Susine, le Fiaschette “da u cu amau” di Levanto; il Susino collo storto; il Susino massina.
- Piemonte: la Ramassin o Dalmassin; la Susina Santa Clara del Saluzzese; le Susine della collina torinese.
- Sicilia: il Susino sanacore (u prunu ri murriali).
- Toscana: la Mascina di Montepulciano (detta anche Moscina di Montepulciano, Susina di Montepulciano o Scoscia monaca di Montepulciano); la Susina Amoscina nera di San Miniato, la Susina Moscia o Moscina.
- Veneto: la Susina gialla di Lio Piccolo.
Prugne: cenni storici
Le origini della specie, sebbene incerte, sembrano risiedere nel sud-est dell’Asia.
Il nome “susino” deriva probabilmente da Susa, nome di un’antica città persiana. Quell’area di derivazione geografica è conservata anche nel nome di una varietà, damascena o damassina, proprio perché arrivava dalla Siria, quindi da Damasco.
Le prime tracce di coltivazione del susino europeo nell’area del Mediterraneo risalgono al 150 a.C., ma questi frutti erano conosciuti già ai tempi degli Etruschi.
L’Italia, la Prugna nera di Dro e la Susina Ramasin
L’Italia ha visto premiata la propria storia produttiva con il riconoscimento della “Susina di Dro DOP” o Prugna nera di Dro, una cultivar autoctona di lunghissima tradizione delle valli trentine del fiume Sarca. Le sue origini risalgono già al 1284.
Ancora oggi la comunità della Valle del Sarca prosegue la tradizione produttiva e la valorizzazione della “Susina di Dro”, nota per essere particolarmente ricca di polifenoli e per avere un basso contenuto di zuccheri, con iniziative come la manifestazione “Dro: il tempo delle prugne”.
Sempre in Italia non è da meno il territorio della “Valle Bronda” in Piemonte, dove viene coltivata la “Susina Ramasin”, una varietà di piccole dimensioni che si differenzia dalle comuni susine per la dolcezza e per l’aromaticità.
La produzione di prugne nel mondo
La produzione di prugne interessa molte aree del mondo. Prime fra tutte, l’area cino-giapponese, seguita dall’area ex-jugoslava del Montenegro e della Serbia (secondo produttore mondiale) e dal resto dell’Europa tra cui l’Italia, e da altre aree come il Canada (Ontario), il Sud-Africa e Israele.
Link esterni
- Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia- BDA;
- Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione- CREA.
Ti è piaciuto il nostro articolo? Condividilo su Pinterest!